VArie, 29 ottobre 2008
Antonio Targa, 64 anni. Originario di Montegalda nel Vicentino, vedovo da anni della moglie Anna, «chiuso e spesso triste», a causa degli acciacchi fisici e dei disturbi mentali qualche tempo fa aveva lasciato i cantieri dove faceva il muratore e s’arrangiava con lavoretti da giardiniere
Antonio Targa, 64 anni. Originario di Montegalda nel Vicentino, vedovo da anni della moglie Anna, «chiuso e spesso triste», a causa degli acciacchi fisici e dei disturbi mentali qualche tempo fa aveva lasciato i cantieri dove faceva il muratore e s’arrangiava con lavoretti da giardiniere. Con lui viveva il figlio Matteo di anni 23, «gran lavoratore» che però ad aprile aveva perso il posto da operaio e da allora di continuo era in lite col padre che l’accusava di essere un buono a nulla. L’altra sera i due stavano in garage quando Matteo disse che non avrebbe mangiato a casa perché un amico l’aveva invitato a una festa, l’altro gli urlò che in casa non c’erano soldi e non poteva andare in giro a spassarsela, allora il figlio prese la doppietta del padre e con quella gli sparò nel petto. Subito dopo raggiunse gli amici in motorino («a cena con noi pareva tranquillo, il solito Matteo»), a fine serata tornò in casa, pulì il garage, e come nulla fosse chiamò il 118: «Mio papà sta male, è a terra e non risponde». Dopo le 20 di venerdì 24 ottobre in una casa isolata in via Marcoline 18 a Montegalda, provincia di Vicenza.