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 2008  ottobre 29 Mercoledì calendario

ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA
dal nostro corrispondente
 fatto come un cuore, batte come un cuore, reagisce come un cuore, ma non è un cuore. O meglio, non è un cuore: è una protesi. La prima mai creata con caratteristiche talmente simili al suo modello umano da poter costituire la svolta che trasforma le speranze di sopravvivenza di tutti coloro che hanno bisogno di un trapianto e non trovano donatori. Per questo il prototipo sviluppato in anni di lavoro dal professor Alain Carpentier, forse il più famoso cardiologo francese, insieme a una squadra di ricercatori tedeschi e con il fondamentale supporto del gruppo che produce gli aerei Airbus, sembra offrire una reale alternativa al cuore umano, molto di più dei rivali costruiti fino ad ora in America, in Giappone, in Corea del Sud, come il Jarvik-7, l´Abiocor e il Magscrew. Sperimentato sino a ora in simulazioni al computer e in test su mucche e pecore, il nuovo cuore artificiale, che non ha ancora un nome, potrebbe iniziare la fase sperimentale su venti volontari umani entro due anni e mezzo, afferma il quotidiano Daily Telegraph di Londra, che ha dato ieri notizia della rivoluzionaria invenzione in prima pagina.
«Se mostrate il grafico di un elettrocardiogramma a un cardiochirurgo, vi dirà che è quello di un cuore umano», dice il professor Carpentier. «Eppure non lo è, è l´elettrocardiogramma di un cuore artificiale». L´eminente cardiologo francese racconta di avere dedicato vent´anni a questo progetto perché trovava «intollerabile vedere persone di 40, 45, 50 anni, morire di attacco cardiaco perché non c´era la disponibilità di un trapianto per sostituire il loro cuore malato». I disturbi cardiaci sono tra le principali cause di decesso al mondo, facendo complessivamente 17 milioni di morti all´anno. L´offerta di donazioni di organi non riesce a soddisfare la domanda, sicché circa 20 mila pazienti all´anno in tutto il pianeta rimangono in attesa di un altro cuore umano per rimpiazzare il loro cuore malato. Gli organi artificiali creati in passato hanno controindicazioni: il Jarvij-7 ha tubicini che devono passare attraverso la pelle; e l´Abiocor può produrre dei grumi di sangue che provocano un infarto. Per tali ragioni vengono generalmente considerati come "soluzioni-ponte", da utilizzare temporaneamente mentre si aspetta un donatore. Il cuore disegnato dalla Carmat, la società fondata dal professor Carpentier e dalla Eads, il gigante aerospaziale e militare dell´industria europea, appare invece in grado di superare simili ostacoli. dotato di sensori che regolano automaticamente il battito cardiaco, decifrando i bisogni del corpo: aumentando il ritmo quando una persona cammina, per esempio, e rallentandolo quando riposa. Inoltre riduce il rischio di un rigetto grazie a una "pseudo-pelle", un materiale microporoso biosintetico e tessuti animali modificati chimicamente. Un ricevitore al titanio impiantato nel cervello incanalerebbe l´energia inviata attraverso la pelle da una batteria posta all´esterno. La Carmat ha speso 55 milioni di euro per portare avanti il progetto fino allo stadio attuale. Dovrebbe spenderne altri 100 per avviare la fase di produzione. Ammesso che i test sull´uomo diano buoni risultati e che le autorità sanitarie ne approvino l´uso, il cuore artificiale potrebbe essere a disposizione dei pazienti nel 2013. «Dovremo attendere i risultati dei test clinici per sapere se manterrà le promesse: occorre tempo e cautela per non ingannare le aspettative dei pazienti», avverte il professor Francesco Fedele, presidente della Società italiana di cardiologia.