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 2008  ottobre 28 Martedì calendario

DAL NOSTRO INVIATO

VALENCIA – Due cose piacciono a Valentino Rossi più di dormire. La seconda è correre in moto.
Così, poche ore dopo aver chiuso il suo trionfale 2008, il campione del mondo ieri era già in pista per i primi test sulla nuova Yamaha M1. montato in sella alle 2 del pomeriggio, diverse ore dopo gli altri. Sono i piccoli vantaggi di chi sta davanti a tutti. Più tardi, nel suo camion-ufficio, Alanis Morissette in sottofondo, buio della sera fuori, ha raccontato questo. Con una premessa: «A quelle due cose aggiungerei anche mangiare, poi la classifica dipende dai momenti».
Di certo la passione per la moto quest’anno è cresciuta.
«Già. Dopo aver rinunciato alla F1, non ho avuto più distrazioni. Sono felice così. Quando non avrò più questo gusto, sarà il momento di stare a casa. Perché per sopportare simili pressioni ci vuole una passione grande».
A proposito di auto. Farà il giretto in Ferrari?
«Sì, anche se non so ancora quando. un regalo del presidente Montezemolo. Valentino su Ferrari è una figata per tutti. Ma non avrà seguiti ”’seri’’».
Intanto il 2009 è già cominciato.
«La moto nuova mi piace. Sento che siamo già sulla strada giusta ».
Con la monogomma tornerà la derapata. Contento?
«Sì. Il gusto che dà il traverso è importante per noi e per i tifosi. Magari renderà le gare più interessanti ».
Domenica ha parlato di noia.
«Sì, ma sia chiaro che non avevo nulla contro Stoner. Una gara così è brutta anche se la vinco io».
La morale del suo 8˚titolo?
«Ho dimostrato che quel che succede in pista è l’unica cosa che conta. Le parole valgono solo al bar».
La sfida vinta con se stesso?
«Il mio problema era che non ero più sereno. Io, come tutti, soffro se qualcosa intorno a me non mi piace e, soprattutto, se non ho le palle per cambiarlo. Che brutto andare a letto e dire: non hai avuto il coraggio, sei uno sfigato ».
Un esempio?
«Per esempio certe cose che mi consigliavano di dire sui miei avversari. Ora che faccio come mi pare, parlo poco di loro e sono molto leale. importante riconoscere il potenziale altrui. Non farlo è da stupidi. La sportività conta».
Ha mai reincontrato il suo ex manager, Gibo Badioli?
«No».
Se succedesse?
«Non ho rancori. Per tanto tempo ha lavorato bene. Io non ho problemi con lui, non so se lui li ha con me. E comunque non mi interessa».
Com’è andato il suo primo anno da manager di se stesso?
«Benissimo. L’organizzazione funziona. Ho un commercialista, Albi e Uccio (gli amici storici,
ndr). Mi sono ripreso il potere della libertà».
E quegli 8 milioni in più da pagare al Fisco?
«Nessun problema, lo sapevo da tempo. La cifra data all’inizio della vicenda era solo una stima ».
 vero che darà qualcosa al Comune di Tavullia?
«Sì, mi piacerebbe».
Ed è vero che farà il sindaco per un giorno?
«Me l’hanno offerto, magari quest’inverno».
Immaginando il mondo come una grande Tavullia, che farebbe se ne fosse sindaco?
«Preferirei parlare di Italia, perché se il mondo è nella merda, l’Italia lo è di più».
Prego.
«Cercherei di semplificare le cose. L’ho capito studiando le leggi per la questione fiscale: non sappiamo sintetizzare, non c’è chiarezza. Noi sportivi siamo abituati in altro modo».
In che senso?
«Ne parlavo tempo fa con Cesare Cremonini e con Vasco. Noi piloti alle 2 della domenica si parte e chi arriva davanti vince. tutto chiaro. Per gli artisti, o peggio ancora in politica, è tutto troppo più vago. Chi è meglio, chi è peggio, chi ha davvero cose interessanti da dire? Boh».
Insomma, l’Italia ritrovata non le piace troppo.
«Qui sto bene, mi sento tranquillo. Londra era un capitolo chiuso da tempo. Certo che ci sono troppe polemiche. La questione della riforma della scuola è tipica: a ogni proposta da noi seguono un sacco di proteste e alla fine non si modifica niente. Ma se si vuole cambiare qualcosa, una via va presa».
Tornando alla moto. Il record assoluto di vittorie di Agostini è a 122. Lei è a 97. Batterlo in 2 anni sembra dura. Può essere uno stimolo a continuare anche dopo il 2010?
«Sì. 25 vittorie sono tante. Ma ora è troppo presto. Deciderò a giugno 2010».
Il suo vecchio nemico Gibernau rientra.
«E io sono contento, sinceramente. uno che ne mette dietro parecchi ancora».
Ma che pensa degli sportivi che tornano dopo il ritiro?
«Quando uno smette deve fare i conti con la vita normale. In questo senso, io sono per correre un anno in più piuttosto che uno in meno. Perché poi tutto questo ti manca».
Il futuro le fa paura?
«Diciamo che temo di annoiarmi. Dovrò trovare qualcos’altro da fare».
Per esempio?
«La macchina è una buona idea: rally o pista, anche se escludo la F1».
Chiudiamo con gli Oscar della stagione. La gara.
«Laguna Seca».
Il sorpasso.
«Al Cavatappi, uno dei miei più belli. Ci sono dei momenti in cui è vita mia morte tua. Una cosa tipo: ne rimarrà solo uno».
Il viaggio.
«Prima di Indy finalmente ho visto New York: tre giorni bellissimi ».
La ragazza.
«Ne ho conosciute due o tre molto interessanti. Pari merito».
Il film.
«’’Non è un Paese per vecchi’’. Gran titolo e gran storia».
La canzone.
«Una dei Rage against the machine. Dice: ”’We Gotta Take the Power Back’’. Dobbiamo riprenderci il potere. Bello, no?».
La cazzata.
«In moto la caduta ad Assen per troppa foga. Nella vita quest’anno non ne ho fatte».
L’arrabbiatura.
«Prima gara in Qatar (5˚,ndr). Ero furioso».
L’intervista.
«Questa».
Il più furbo coi giornalisti.
«Secondo te?».
Alessandro Pasini