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 2008  ottobre 28 Martedì calendario

AMEDEO LA MATTINA

ROMA
Antonio Di Pietro è riuscito a imporre al Pd il suo candidato, il deputato Carlo Costantini, alla presidenza della Regione Abruzzo. Le inchieste giudiziarie sulla malasanità, che hanno portato in carcere il governatore Del Turco, sono state determinanti nel tagliare le ali dei Democratici e a fare schizzare l’Idv nei sondaggi sull’onda della questione morale. Tra l’altro, il partito di Veltroni ha dovuto accettare un’altra condizione posta dall’ex Pm: nelle liste Democratiche non ci dovrà essere nessun candidato indagato. Per cui verrà messo fuori gioco il consigliere regionale Donato Di Matteo, che alle recenti primarie è stato il più votato nel Pd. Il tentativo adesso è agganciare l’Udc, ma i centristi non ci stanno: continuano la loro corsa solitaria con Rodolfo De Laurentiis. Casini aveva cercato un’intesa con il centrodestra, ma la risposta è stata: o ti sciogli nel Pdl o non se ne fa nulla. Così l’Udc, che non voleva andare da sola con un Pd finito nell’occhio del ciclone giudiziario, si era resa disponibile a una ampia coalizione anche con l’Idv, purché il candidato non fosse un dipietrista.
Per la verità Di Pietro ha fatto di tutto per allontanare l’Udc: due settimane fa, durante il suo tour elettorale in Abruzzo, aveva definito l’Udc «una signora dai facili costumi». Aveva poi aggiunto che non si sarebbe prestato a «sporchi giochi di potere». Il Pd aveva provato in tutti i modi di togliere dal mazzo delle candidature Costantini, ma Di Pietro è stato inflessibile: «Noi abbiamo il nostro candidato, se il Pd vuole si può accomodare». Così è finita e non mancano i mal di pancia tra i Democratici, soprattutto da parte di Marini che aveva puntato tutto sull’Udc. Ma il Pd temeva di rimanere in un angolo con Rifondazione comunista, Pdci e Verdi; e soprattutto di essere scavalcato nelle urne dall’Idv. Allora ha dovuto gettare buttare la spugna e ora in Abruzzo si trova al rimorchio di Di Pietro. Il quale pensa pure a raddoppiare in Vigilanza Rai. «Non cederò su Orlando - ha avvertito - perché se si accetta il principio che la maggioranza si sceglie anche l’opposizione allora siamo al pensiero unico».
Ora lo scontro sarà Costantini contro Gianni Chiodi, ex sindaco di Terano, che guida un centrodestra agguerrito e dato per vincente. Per il centrosinistra invece parte un’affannosa corsa alla discontinuità morale, grazie al timbro dell’Idv. Sarà da vedere quali effetti avrà tutto ciò nei rapporti nazionali tra Pd e Idv.

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