Gianni Mura, la Repubblica 26/10/2008, 26 ottobre 2008
Beckham, Berlusconi, Beretta. Oggi molti nomi cominciano per Be. Fossi più giovane infilerei altri Be nella rubrica: Bergonzoni, Beheyt, Beguiristain, Becker, Bellini, Belletti, Belloni, Bellonci, Bellucci, Berti, Bertini, Bertoni, Bertelli, Belli, Bergomi, Bellugi, Best, Bécaud, Bevilacqua, Beckett, Bersellini, Berzin, Beethoven, Berlinghieri, Bettega, Bet, Berruti
Beckham, Berlusconi, Beretta. Oggi molti nomi cominciano per Be. Fossi più giovane infilerei altri Be nella rubrica: Bergonzoni, Beheyt, Beguiristain, Becker, Bellini, Belletti, Belloni, Bellonci, Bellucci, Berti, Bertini, Bertoni, Bertelli, Belli, Bergomi, Bellugi, Best, Bécaud, Bevilacqua, Beckett, Bersellini, Berzin, Beethoven, Berlinghieri, Bettega, Bet, Berruti. Ma non è il caso. E´ il caso invece di dissentire (succede raramente) da Massimo Gramellini. Fa parte dei miei generi di conforto, indispensabili a calarsi nella giornata, tra il primo e il secondo caffè. La sua rubrica sulla prima pagina della Stampa, quella di Michele Serra su Repubblica, le vignette-editoriali di Bucchi, ElleKappa e Altan, e via andare. Il resto, con più calma. Gramellini ha scritto: «Epoca sgangherata, la nostra, dove capita che una squadra di calcio, il Milan, affitti un giocatore per l´inverno come se fosse un alloggio in Riviera». Per me vale il contrario, è Beckham che affitta il Milan come se fosse un alloggio in Riviera. Come se, appunto, perché a Milano l´inverno è freddo, non ci sono passeggiate sul mare ma sfilate al coperto. Beckham vuole continuare a giocare in Nazionale e battere il record di Bobby Moore. Deve occupare anche la pausa invernale del campionato Usa, dove la sua squadra non è salita nei quartieri alti né con lui né dopo aver silurato l´allenatore Gullit. Sono dettagli. Beckham è fior di professionista e non si discute, ha detto Capello dirottandolo sul Milan. Va bene, non discutiamo Beckham tirando in ballo la storica definizione che ne diede Best. Discutiamo le raccomandazioni di Capello, che al Real spesso non lo faceva giocare. E´ un po´ come se gli chiedessi l´indirizzo di un buon ristorante di Londra. Me ne fornisce uno. Chiedo lumi: qual è la specialità? E´ Capello: «Non lo so, ho smesso di andarci, ho mangiato due volte da cani ma tu vacci e fidati, sono ottimi professionisti». Quindi, è Beckham che ha bisogno del Milan, non il Milan di Beckham, tanto più se svernerà per due mesi o poco più. Poteva svernare in Inghilterra, o in Spagna, o a Cipro. Perché proprio il Milan? Perché garantisce un grande ritorno pubblicitario. Tanto che mi chiedo se sia il Milan a collezionare, in generale, le figurine o le figurine a collezionare il Milan. Galliani potrebbe rispondere con un numero: 66.421. Presenza media di spettatori a partita. Ingeneroso fare un confronto con Chievo o Siena, ma le cifre degli altri sono molto più basse, e non di poco. 45.786 Inter, 37.994 Roma, 21.623 Juventus. Sono dati elaborati dal Centro studi della Lega e non si possono smentire. [Non li smentisce neanche Berlusconi, che pure segnala un «divorzio tra informazione e realtà». E´ singolare che un uomo di comunicazione come Berlusconi smentisca cose dette in tv e quindi registrate. «Non permetteremo che vengano occupate scuole e università. Convocherò oggi il ministro degli Interni e gli darò istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell´ordine per evitare che questo possa succedere». Non c´è molto spazio per voli di fantasia. Smentendo ogni intenzione di spedire la polizia nelle scuole e senza prevedere che le manganellate si fermeranno sull´uscio della scuola (non come a Genova, insomma), Berlusconi ha detto che contro le occupazioni ha in mente azioni di contrasto opportune, «e qualcuna molto spiritosa». Bastava dirlo subito e si evitavano gli equivoci. Ma in questo caso non si convocava Maroni, si chiamava Pippo Franco, o Fiorello. Sono affascinato da questi giochetti di Berlusconi. Normalmente, un premier dichiara e il giorno dopo (nel linguaggio dei giornali) ribadisce, riafferma con più forza, rincara, insiste. Berlusconi no, smentisce anche l´intenzione che i giornali del suo schieramento gli hanno accreditato, divorziando a loro volta dalla realtà. Io sono per la convivenza, in questo caso. Per divorziare bisogna essersi sposati e il matrimonio, siamo sinceri, dipende anche dalla realtà. Quanto ai facinorosi, difficile identificarli in un mare di genitori, studenti e docenti. Meglio anagrammarli. Rio fascino. Così orfani ci sfiorano. Fioriscano. Congiuntivo ottativo, meglio non chiedere al ministro Gelmini cosa vuol dire. E non chiederle, mai, di fare lo spelling di soqquadro. Mentre è ingiusto ironizzare sull´accento sbagliato nel pronunciare la parola egida. Adige, al contrario, lo pronuncia bene. [Beretta era lì tranquillo, invece, Mourinho gli ha indirizzato un fascio di luce e Beretta non ha mai visto tanti intervistatori. A Repubblica ha dichiarato: «Ero professore precario di educazione fisica. Ora faccio un bel lavoro, ma quello dell´insegnante è il mestiere più bello del mondo: porti i sogni dei giovani nelle mani, è la responsabilità più grande. Ecco perché capisco chi protesta oggi contro il ministro Gelmini». Basta? No. Dopo aver detto che «Chatwin gli ha cambiato la vita» fa sapere che a Natale regalerà un libro ad ogni calciatore, «con titolo personalizzato». Cerca rogne, è chiaro. «Credo che la cultura serva a rendere le persone migliori. Se un giocatore legge, forse giocherà meglio al calcio». A Milano abitava vicino al Leoncavallo, racconta a Sportweek. «Io non ho mai militato né a destra né a sinistra». Per capire, insiste l´intevistatore, è più Berlusconi o Dario Fo? «Dario Fo». Eccone uno che non allenerà mai il Milan, pur essendo milanista. Vogliamo scommettere? [Telegrammi finali. Derby di Madrid, vinto dal Real al 95´ con rigore dubbio. Il fisioterapista dell´Atletico, Sebastian Truyols, chiede e ottiene la maglia di Casillas a fine partita. Licenziato in tronco dal ds Pitarch (voto 3). Domani a Milano, invece, Paolo Maldini riceverà il Premio Facchetti, istituito dalla Gazzetta, ed è una bella cosa (7,5) perché collega non solo due grandi interpreti dello stesso ruolo e due grandi capitani, ma anche due signori del campo. Dal campo, definitivamente, a 40 anni, esce per sua scelta l´arbitro Lubos Michel. Era il migliore, in Europa. Nessun voto, un applauso.]