Mario Calabresi, la Repubblica 26/10/2008, 26 ottobre 2008
Ogni mattina alle 6 e 18 decine di uomini con l´abito grigio, la camicia bianca perfettamente inamidata e il nodo della cravatta ben stretto salgono sul treno che dal paradiso li porta all´inferno
Ogni mattina alle 6 e 18 decine di uomini con l´abito grigio, la camicia bianca perfettamente inamidata e il nodo della cravatta ben stretto salgono sul treno che dal paradiso li porta all´inferno. Dalla stazione di Darien in Connecticut, in 54 minuti, arriveranno Grand Central Station nel cuore di Manhattan. Da lì si divideranno, chi scenderà verso Wall Street, chi andrà nelle banche di Midtown. Viaggiano tutti in piedi, in silenzio, compulsando il blackberry per seguire gli andamenti delle borse europee. I crolli dei mercati asiatici li hanno già avuti serviti per colazione nelle loro case sull´Atlantico. Adesso verrà il loro turno di soffrire. Le brutte notizie in paradiso le porta il treno che arriva dodici ore e tre minuti dopo, alle 18 e 21. Gli stessi uomini hanno il nodo della cravatta allentato, l´ultimo bottone della camicia slacciato e le facce sfatte. Andranno a casa a comunicare che la festa è davvero finita. Tra Darien e Wall Street ci sono 64 chilometri di distanza, ma Darien è Wall Street: il 27,2% dei suoi 19607 abitanti lavora nel cuore della finanza e non esiste un luogo in tutti gli Stati Uniti la cui vita dipenda così direttamente dall´andamento del Dow Jones. Secondo il settimanale Business Week è la città più colpita dalla crisi. Ogni oscillazione degli indici di borsa corre sui binari e si scarica tra questi vialetti silenziosi. Darien è stata davvero il paradiso d´America. Eletta da Cnn tra i dieci migliori posti dove vivere, è anche in testa alla classifica delle città più care del continente, a quella del reddito pro capite (salario medio 168mila dollari) e del valore medio delle case (un milione di dollari). E´ una comunità completamente bianca (i neri sono 89, lo 0,5% degli abitanti) in cui lo scuolabus giallo, come racconta il sindaco, viaggia sempre vuoto perché le mamme portano i bambini biondi a scuola con il suv. E´ un luogo incantevole, di ville che si snodano lungo 26 chilometri di costa sull´oceano, con il prato perfettamente curato e gli scoiattoli che corrono nei vialetti. Canoe, barche a vela, spiagge dove fare footing al tramonto, sette scuole pubbliche di altissimo livello pagate con le entrate record della comunità (il comune ha appena inaugurato il nuovo liceo, costato 73 milioni di dollari, che è circondato da campi da football e calcio), otto country club, nove organizzazioni filantropiche portate avanti dalle ricche signore che aspettano a casa i mariti, una biblioteca del valore di 24 milioni di dollari e un tasso di criminalità vicino allo zero. Fino alla fine di agosto a Darien ci si lamentava per due motivi: perché il treno che arriva da New Haven ogni mattina è sempre pieno e non ci si può mai sedere e perché le anatre e le papere si stavano ammalando perché troppe persone andavano a dargli da mangiare sulla spiaggia. Si votava repubblicano e alla stazione, sulla pensilina, c´è ancora la pubblicità di un bracciale di diamanti largo almeno tre centimenti che si vende su Madison Avenue a Manhattan, di una crociera antartica e della Land Rover. Poi, in un fine settimana, è fallita Lehman Brothers e in un attimo tutto è cambiato. Mentre le foglie cominciavano a diventare rosse e gialle, decine di padri hanno perso il lavoro, il mercato immobiliare che correva da anni senza incertezze si è fermato (solo a settembre le vendite si sono dimezzate), il sindaco ha dato lo stop a tutti i lavori pubblici che non erano ancora cominciati, a partire dalla nuova stazione della polizia, ha deciso che non ci sarà nessuna assunzione, nemmeno dove ci sono posti vuoti, e che dovranno essere ridiscusse tutte le priorità. Nei giardini ci sono ancora i cartelli delle ville con il porticciolo privato, in vendita a sette milioni di dollari, ma l´aria è cambiata se perfino il ristorante cinese Ching´s in un mese ha perso il 30% dei clienti. All´enoteca Nicholas Roberts la bottiglia più venduta era un Barbaresco da 80 dollari, adesso è un Chianti da 24: «Un terzo dei nostri vini è italiano e - racconta Peter, il direttore - i clienti qui spendevano in media tra 60 e 100 dollari a bottiglia, ora sono scesi sotto i 30 dollari. Sono sicuro che questa crisi passerà ma nel frattempo bisogna essere elastici, così abbiamo immediatamente cambiato le priorità: più bottiglie da dieci dollari sugli scaffali e niente più ordini di vini costosi, prima svuotiamo il magazzino». Il sindaco è una donna di origine italiana, si chiama Ivonne Klein, ha un occhio azzurro e uno verde e si preoccupa in modo esemplare dei suoi abitanti: «La crisi è arrivata ad una velocità incredibile, tutto si è deteriorato in frettissima, io ho pensato di dovermi dare da fare subito per evitare che si diffondesse il panico. Ho convocato una riunione con i cittadini per spiegare che avremmo cominciato a risparmiare ma senza reazione affrettate e scomposte. Bisogna prepararsi ad ogni scenario e non è difficile prevedere che le entrate fiscali caleranno». Intanto il comune ha deciso di trasformare la vecchia biblioteca in un complesso edilizio popolare, molti hanno storto il naso infastiditi, ma la Klein ha tirato dritto: «Abbiamo bisogno di creare appartamenti a prezzi accessibili per chi lavora e per non perdere popolazione». Il sindaco ci porta in giro per il paradiso, a prima vista la crisi è impossibile da vedere: «La preoccupazione e l´ansia - racconta - sono nelle case di tutti: la gente ha cominciato subito a stringere la cinghia, si cancella una vacanza, non si cambia la macchina, ci si preoccupa per il riscaldamento. Molti dei broker che hanno perso il lavoro hanno già trovato un nuovo posto ma con uno stipendio decisamente più basso e tutti sanno che non vedranno più i soldi di prima». Da Erika K., il negozio di abbigliamento delle mamme di Darien, hanno lanciato uno sconto del 50% su tutto: vestiti, candele e scarpe e "regalano" i vestitini estivi a soli 25 dollari. Nella vetrina accanto però sorridono, da Thrift Shop, negozio di oggetti usati gestito da volontari - il cui ricavato va in beneficenza - si trovano giocattoli a 25 centesimi, vestiti a due dollari e sulle decorazioni per Halloween c´è già il 25% di sconto: «Da quando è cominciata la crisi gli affari per noi vanno a gonfie vele, abbiamo quasi raddoppiato le vendite». C´è chi prova ad essere ottimista e chi è obbligato a farlo come David Nelson, 37 anni, proprietario del ristorante Ten Twenty Post. Ha aperto due settimane fa, dopo aver speso un milione e mezzo di dollari solo per gli arredi. L´inaugurazione è stata l´ultima festa di Darien e il locale di David scoppiava di musica e curiosi. «La crisi - cerca di essere sereno e filosofico - è un fatto psicologico, durante il crollo del 1929 c´è stata gente che ha fatto ottimi affari, se sei un buon imprenditore lo si vede in momenti di difficoltà. In economia, la storia ce lo insegna, dopo aver toccato il fondo si riparte sempre e io scommetto su questo». Di fronte alle sue vetrine, al 13 di Groove Street ci sono due case da demolire per fare spazio ad un nuovo complesso di negozi. Le ruspe erano attese per il 25 agosto ma non si sono ancora viste e l´erba cresce tranquilla. La verità è che l´autunno è arrivato ovunque, anche in paradiso, e tutti adesso hanno paura dell´inverno.