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 2008  ottobre 26 Domenica calendario

CANTONE

CANTONE Raffaele Napoli 24 novembre 1963. Magistrato. «[...] è l’ex pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, le cui inchieste hanno nutrito l’impianto giudiziario del libro di Roberto Saviano (Gomorra). Il magistrato oggi lavora in Cassazione, ma della lunga offensiva condotta sotto la guida del procuratore aggiunto Franco Roberti gli restano le minacce dei boss e una vita sotto scorta, com’è toccato allo stesso Saviano e alla cronista Capacchione. [...]» (Conchita Sannino, ”la Repubblica” 13/5/2008). «[…] il pm antimafia finito nel mirino delle cosche casertane come lo scrittore Roberto Saviano [...] La camorra del casertano aveva progettato di salutarlo con il tritolo, lui s’è visto raddoppiare la scorta e intanto ha continuato a lavorare: incassando sequestri per migliaia di milioni di euro e, con il collega Cafiero de Raho, 21 ergastoli nel maxiprocesso Spartacus. [...] per anzianità di ruolo ha ottenuto il trasferimento nell’ufficio del Massimario della Cassazione [...]» (Conchita Sannino, ”la Repubblica” 7/7/2007). «Il giorno in cui il pm Raffaele Cantone andò a Casal di Principe, terra del potente clan camorristico dei Casalesi, per discutere di legalità tra i ragazzi di una scuola, non pensava che di lì a poco quel gesto sarebbe stato commentato in un’aula di tribunale dal boss Francesco Schiavone, conosciuto come Sandokan. ”Si lamentò dei magistrati che andavano a traviare gli studenti”, ricorda ora Cantone. ”Quella dichiarazione mi sorprese, perché non si era mai visto un capoclan commentare la visita di un pubblico ministero in un istituto scolastico. Capii che si trattava di un segnale”. Altri sarebbero arrivati successivamente, e sempre più allarmanti. Dopo un lungo periodo di vita blindata, Cantone lascia la Procura di Napoli per trasferirsi a Roma, in Cassazione. ”Sarebbe sciocco dire che non ho paura - spiega - ma esorcizzo questo stato d’animo con il lavoro, è l’unico antidoto che conosco”. [...] Dell’ultimo periodo trascorso in Procura, il magistrato si porta dietro un’immagine su tutte: ”Un omicidio a Secondigliano, un ragazzo di 18 anni a terra. Indossava un paio di scarpe nuovissime, firmate. Ne avevo visto un paio uguale in vetrina pochi giorni prima. Costavano troppo, non le avevo comprate. Quel ragazzo, pensai, le aveva pagate con il sangue: una sconfitta per tutti noi”» (Dario Del Porto, ”la Repubblica” 18/10/2007).