F.Mo., Corriere della Sera 25/10/2008, 25 ottobre 2008
MILANO
Adesso è tutto chiaro. Finalmente. I Giochi di Pechino sono andati male (niente finale, ventesima misura), ma non ci sarà rivoluzione tecnica nella vita atletica di Andrew Howe, campione europeo in carica (Göteborg 2006) e vicecampione del mondo del lungo (Osaka 2007, con m 8,47, record italiano). Sarà la madre, Renée Felton, ad allenare una delle punte dell’atletica italiana, con tutti gli onori e gli oneri che questo incarico comporta e sapendo di non poter sbagliare, dopo quanto è accaduto nell’anno olimpico. La decisione è nata dall’incontro di ieri tra il presidente della Fidal, Franco Arese, Renée Felton, Claudio Mazzaufo (responsabile salti in estensione della Federatletica), i rappresentanti dell’Aeronautica (il club di Howe) e Nicola Silvaggi, il c.t. della nazionale, ora dimissionario per scelta personale.
In molti hanno spinto perché Howe cambiasse indirizzo tecnico, con la mamma sempre vicino a lui, ma non nel ruolo di tecnico unico.
Il ragazzo ha invece scelto un’altra strada: ha considerato un’ingiustizia addossare solo alla madre la responsabilità di quanto accaduto nel 2008 e ha voluto continuare con lei. Andrew è convinto che la stagione sia andata male non per un errore nella preparazione, ma a causa dei due infortuni, il primo alla spalla, dopo la caduta dalle scale di casa a metà maggio, il secondo per un serio problema muscolare, mentre correva in prima corsia (!) i 200 metri ad Annecy (22 giugno). Uno stiramento al bicipite femorale destro che l’ha costretto a restare fermo un mese e che ha compromesso la marcia di avvicinamento a Pechino. La riunione di ieri ha chiarito che la mamma ha la piena responsabilità della preparazione di Howe, mentre Mazzaufo e Silvaggi avranno soltanto il ruolo di consulenti per la tecnica e per la forza. Arese è stato chiaro: «Non c’era molto da discutere, Andrew ha ribadito che vuole essere allenato dalla madre. Apprezzo molto quando si ha il coraggio delle proprie scelte e accettiamo serenamente la decisione. Nel contempo abbiamo dato la nostra disponibilità ad aiutarli. Che cosa dobbiamo fare se la loro volontà è questa? Con la madre, Howe ha vinto due titoli europei».
Quella dell’azzurro, che ha ripreso allenarsi il 13 ottobre a Vigna di Valle (farà sei settimane di lavoro preparatorio) è una scelta che si presta a differenti interpretazioni, ma, stabilito che l’atletica è uno sport individuale e non di squadra (non si può mettere un atleta fuori rosa, sempre ammesso che si voglia cercare a tutti i costi la prova di forza), saranno i risultati a chiarire se la scelta è stata giusta o sbagliata. La Fidal ha fissato con altrettanta chiarezza gli obiettivi della stagione: Euroindoor a Torino (6-8 marzo, Andrew è il campione uscente dopo l’oro del 2007 a Birmingham) e Mondiale a Berlino (14-22 agosto). Siccome i numeri non tradiscono, già all’inizio della stagione indoor si capirà come procede il lavoro e se la preparazione di Howe è all’altezza del suo straordinario talento. Preoccupa semmai la volontà espressa da madre e figlio di non abbandonare le gare di velocità (100 e 200 metri). nel lungo che Howe ha dato il meglio di sé; è in pista che, dopo l’oro al Mondiale juniores di Grosseto nei 200 (2004, 20’’28), si è infortunato. E non solo ad Annecy.
f. mo.