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 2008  ottobre 24 Venerdì calendario

DeStefano Giuseppe

• Reggio Calabria 1 dicembre 1969. ”Ndranghetista. «[...] il primo padre a perdere la potestà sui figli perché mafioso, perché latitante. Il tribunale per i minorenni del capoluogo calabrese ha infatti stabilito, con un provvedimento che non ha precedenti, che Giuseppe De Stefano, 39 anni, in clandestinità da 4, possa ”determinare l’asservimento dei figli alle logiche di conservazione e di predominio del potere mafioso”. I suoi bambini, di 2 e 1 anno, entrambi concepiti durante la latitanza, sono stati affidati in via esclusiva alla madre Fiorenza. I magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria hanno dunque aperto un varco nella diga culturale e giuridica che fino a oggi ha di fatto protetto il reticolo parentale delle ”ndrine. Che sono diventate la più potente organizzazione criminale italiana proprio grazie alla struttura in famiglie, nelle quali il primogenito maschio tuttora riceve la ”smuzzunata”, cioè il battesimo da mafioso, quando è ancora in fasce. Questo è il punto: ci si può trovare a imbastire la propria esistenza sull’illegalità ”anche per incolpevole discendenza familiare e successivamente perché irretiti e intrappolati nelle dinamiche criminali, caratterizzate da omertà e sudditanza, prima ancora di avere potuto sperimentare mondi alternativi”. Così si esprimono i magistrati della Dda nella richiesta di privare De Stefano della patria potestà, un provvedimento finora riservato esclusivamente ai condannati in via definitiva all’ergastolo. [...] Condannato, non in via definitiva, per associazione mafiosa e omicidio, Giuseppe De Stefano ha messo al mondo i suoi due figlioletti quando già si era sottratto alla giustizia, perpetrando quello che viene considerato un messaggio di forza e potere: avere figli durante la latitanza» (Paola Ciccioli, ”Panorama” 30/10/2008).