Joe Nocera - Edmund L. Andrews, la Repubblica 24/10/2008, 24 ottobre 2008
«Mi sento come Butch Cassidy e Sundance Kid… chi sono questi che continuano a farsi sotto?» ha chiesto il segretario del Tesoro Henry Paulson Jr
«Mi sento come Butch Cassidy e Sundance Kid… chi sono questi che continuano a farsi sotto?» ha chiesto il segretario del Tesoro Henry Paulson Jr. nel fine settimana del 13 settembre, quando il momento che egli temeva da mesi stava una buona volta precipitando e la Lehman Brothers si stava avviando alla bancarotta a rotta di collo. Essendo a conoscenza che Lehman aveva miliardi di dollari in pessimi investimenti sui propri libri contabili, Paulson da tempo aveva esortato il capo esecutivo della Lehman, Richard S. Fuld Jr, a trovare una soluzione per i problemi della sua società, e in un´intervista Paulson ha ricordato di avergli chiesto "di darsi immediatamente da fare per trovare un acquirente". Lehman però non è riuscito a trovarlo, e questo nonostante quelle che Paulson ha definito le "suppliche personali" rivolte ad altri istituti bancari affinché rilevassero alcuni degli asset tossici della Lehman e tutti i tentativi fatti per persuadere le banche ad acquistare la Lehman stessa. Una volta esauritesi tutte le opzioni, spiega, il governo si è ritrovato con le mani legate. Benché la Federal Reserve avesse già contribuito a salvare dal fallimento la Bear Stearns – e di lì a pochi giorni avrebbe salvato dal fallimento l´American International Group, un colosso del settore assicurativo – non poteva fare nulla per la Lehman, pur essendo consapevole che le sue inadempienze avrebbero rischiato di portare lo scompiglio totale nei mercati finanziari. «Non avevamo il potere di evitare che Lehman facesse bancarotta» ribadisce Paulson. «Per legge» continua, «la Federal Reserve poteva salvare dal fallimento la Lehman con un prestito soltanto se la banca avesse avuto sufficienti asset da portare in garanzia. E la banca non li aveva. Se qualcuno pensa che Hank Paulson avrebbe potuto far sì che la Fed salvasse Lehman Brothers, la risposta è no, quel potere non l´avevo affatto» conclude. Da oltre un secolo a questa parte, nessun segretario del Tesoro ha mai dovuto affrontare una crisi finanziaria più difficile di quella con la quale è alle prese Paulson. Ma i dirigenti di Wall Street e vari funzionari delle capitali finanziarie europee hanno criticato apertamente sia lui che Bernanke per aver lasciato che la Lehman fallisse, un evento che ha creato ripercussioni evidenti in tutto il sistema bancario, trasformando un sobbalzo finanziario in un vero e proprio tsunami. Frederic Oudea, amministratore delegato di Société Générale, ha definito il fallimento di Lehman l´"innesco" degli eventi che hanno portato al tracollo globale. Willelm Sels, stratega dei crediti di Dresdner Kleinwort, ha detto che «è palese che il giorno in cui la Lehman è fallita, è stato anche il giorno in cui i mercati finanziari sono saltati in aria del tutto. Non è difficile pertanto prendere atto di un preciso rapporto di causa ed effetto». Fonti della Lehman hanno detto di aver creduto che la loro azienda avesse non uno, ma ben due potenziali acquirenti: Bank of America e Barclays. Entrambe avevano posto però le loro condizioni e chiesto garanzie. Il governo in un primo tempo non è stato chiaro nel far presente di non poter assicurare alcun aiuto, dicono fonti che presero parte agli incontri. I partecipanti dicono di aver avuto la netta impressione che il governo potesse effettivamente fornire aiuto per trovare un serio acquirente. Non è tuttavia ancora chiaro se un messaggio più incisivo avrebbe potuto effettivamente cambiare l´esito delle trattative. Il 15 settembre Paulson disse: «Mai, neppure per un momento, ho considerato giusto investire i soldi dei contribuenti per risolvere le sorti della Lehman Brothers». Oggi, tuttavia, Paulson sostiene che la questione centrale era capire se tutto ciò fosse legale. Quando gli si chiede perché dovesse essere legale prestare miliardi di dollari alla Bear Stearns e all´Aig, ma non alla Lehman Brothers, Paulson fa notare che Bear Stearns e Aig avevano garanzie più affidabili. Fonti vicine alla Lehman, tuttavia, riferiscono di non aver mai saputo nulla del genere dal governo. «Hanno assistito in tempo reale a quanto accadeva alla liquidità della Lehman, alla gestione dei finanziamenti, dei capitali e dei rischi e non hanno mai manifestato alcuna preoccupazione». Copyright 2008, The New York Times (Traduzione di Anna Bissanti)