Federico Fubini, Corriere della Sera 24/10/2008, 24 ottobre 2008
MILANO
Quando ieri in serata il testo della testimonianza di Alan Greenspan al Congresso è apparso sul sito del «Wall Street Journal», i blogger l’hanno quasi braccato. «Guardati nello specchio Alan – scrive Dan ”. Tu hai reso possibile questo incubo e dovresti ammetterlo. Sei ridicolo ». Gbm poi chiede al popolo del web: «Ma qualcuno lo ascolta ancora?» stato un lungo viaggio per l’ex presidente della Federal Reserve, dagli applausi dei passanti per strada negli anni delle bolle speculative, alla furia popolare di questi giorni. Il banchiere centrale che tenne i tassi probabilmente troppo bassi e non vigilò abbastanza sulla finanza immobiliare, ha cercato di difendersi dall’accusa di essere il grande responsabile della crisi. Ma senza sottrarsi, né minimizzare: «Quello di oggi – ha esordito Greenspan davanti a una commissione della Camera dei rappresentanti – è uno tsunami del credito come se ne vedono uno ogni cento anni, molto più vasto di qualunque cosa potessi immaginare».
Grave, la voce provata dalla tensione con cui lo seguivano i parlamentari, Greenspan non ha dissimulato il suo sconcerto di partigiano dello Stato minimo. «Coloro che fra noi confidavano nell’autotutela dell’interesse delle banche per la protezione degli azionisti, io stesso soprattutto, sono in uno stato di choc e incredulità», ha dichiarato. Ma che l’ammissione non sarebbe bastata a placare il Congresso, si è capito quando il deputato Henry Waxman ha incalzato l’ex capo della Fed: «Lei ha sbagliato nel sostenere i benefici della deregulation?
». «In parte», è stata la risposta di Alan Greenspan.
Era la prima volta dall’avvio della crisi che il banchiere centrale riconosceva di avervi contribuito. Eppure lui stesso ha tenuto a ricordare gli avvertimenti che lanciò nel 2005, quand’era ancora ai vertici della Fed, sulla «sottovalutazione del rischio». Quella frase, richiamata ieri, fa il paio nella vita di Greenspan con quella sull’«esuberanza irrazionale» che nel ’96 mise in guardia i mercati sugli eccessi della bolla di internet. Ma i torti e le ragioni oggi non cambiano il bilancio: Greenspan ieri ha avvertito che un forte aumento dei licenziamenti e della disoccupazione in America sono «inevitabili». Quanto ai tempi della crisi, per lui resta soprattutto da capire per quanto ancora i prezzi delle case continueranno a scendere: «Come minimo – ha concluso – una stabilizzazione è ancora molti mesi davanti a noi».