Giancarlo Radice, Corriere della Sera 24/10/2008, 24 ottobre 2008
In tre anni la Francia prevede di immettere nel sistema delle società almeno 175 miliardi di euro MILANO – Nicolas Sarkozy tira dritto per la sua strada
In tre anni la Francia prevede di immettere nel sistema delle società almeno 175 miliardi di euro MILANO – Nicolas Sarkozy tira dritto per la sua strada. Il presidente francese ha annunciato ieri la creazione entro l’anno di un «fondo pubblico di intervento» per sostenere le imprese «strategiche» del Paese minacciate dalla crisi economica. «Lo fanno i produttori di petrolio, lo fa la Cina e lo fa la Russia, non vedo perché anche la Francia non possa disporre di uno strumento di politica economica degno di questo nome», ha sottolineato parlando ieri in Alta Savoia. Il capo dell’Eliseo ha anche spiegato che il fondo sovrano, che secondo il quotidiano Le Figaro avrà una dotazione di denaro pubblico vicina ai 200 miliardi di euro, «non servirà a erogare aiuti a fondo perduto» ma a «stabilizzare il capitale di imprese che hanno un avvenire, che dispongono di capacità e tecnologie, e che potrebbero rischiare di diventare bersaglio di predatori stranieri». A gestire il fondo, che investirà nelle imprese acquisendone direttamente quote azionarie, sarà la Caisse des Depots et des Consignations, il «braccio finanziario » dello Stato. Lo stesso Sarkozy ne discuterà proprio oggi con il cancelliere tedesco Angela Merkel, a margine dell’incontro fra i 43 Paesi europei e asiatici che fanno parte dell’Asem, in programma a Pechino. Ma a Berlino, esplicitamente contraria alla proposta di un «fondo sovrano europeo » avanzata dal presidente francese una settimana fa, appare sempre più evidente l’insofferenza per l’iperattivismo di Sarkozy. «Tutte le misure destinate a proteggere le imprese nazionali dai tentativi di acquisizione da parte straniera devono essere compatibili con le regole del mercato interno europeo», ha avvertito ieri il portavoce della cancelleria tedesca, Ulrich Wilhelm. Ed ancora più evidente è l’irritazione dell’amministrazione Merkel per le pressioni con cui Parigi cerca d’imporre l’idea di un «governo economico» di Eurolandia, visto a Berlino come una sfida all’indipendenza della Bce. «Più che mai l’Europa si rende conto oggi di avere bisogno di un vero governo economico» ha rincarato ieri Sarkozy, che sembra deciso a riproporre l’idea durante il vertice Ue del 7 novembre, convocato in preparazione dei G20 di Washington. Nessun commento, ovviamente, da parte dell’Eurotower, dove ieri, durante la riunione del direttorio, ha preso consistenza l’ipotesi di una nuova riduzione del costo del denaro come risposta alla crisi. «Siamo in condizioni di poter intervenire sui tassi senza compromettere la stabilità dei prezzi», ha ammesso un funzionario. I mercati scommettono su un taglio di 50 punti base a inizio novembre, seguito probabilmente da un’altra sforbiciata dello 0,50% entro fine anno. Oltre al nuovo fondo sovrano, comunque, Sarkozy ha anche annunciato ieri che nei prossimi 3 anni lo Stato francese inietterà 175 miliardi di euro nell’economia e che da qui al gennaio 2010 tutti i nuovi investimenti industriali non pagheranno tasse sui redditi. «L’attuale crisi finanziaria globale segna la morte della dittatura dei mercati – ha sottolineato ieri il presidente francese ”. Tutto ci porta a interrogarci su come ridefinire il ruolo dello Stato nell’economia». Giancarlo Radice