Angelino Alfano, Corriere della Sera 24/10/2008, 24 ottobre 2008
Caro direttore, la ringrazio per i pregevoli articoli (l’ultimo di ieri, a firma di Luigi Ferrarella, «Carceri disumane
Caro direttore, la ringrazio per i pregevoli articoli (l’ultimo di ieri, a firma di Luigi Ferrarella, «Carceri disumane. E fuorilegge») che, con acume e precisione documentale, si soffermano sulle condizioni delle carceri italiane la cui pesante eredità grava sul nostro governo, chiamato a gestire un sistema vetusto sul quale si sono scaricati errori di valutazione e carenze strutturali. Forse, non tutti sanno che il ministro della Giustizia è chiamato a gestire 205 istituti (oltre quelli per minori) dei quali soltanto il 20% risale ad epoca successiva al 1900, mentre il 60% risale ad epoche comprese tra il 1600 ed il 1800, con le intuibili difficoltà logistiche e strutturali cui si aggiunge il problema del sovraffollamento ormai endemico, un sovraffollamento al quale non intendiamo porre rimedio con un nuovo indulto e neanche con politiche di ampia depenalizzazione come da più parti suggerito. Per questo, nell’immediatezza, è prioritario affrontare il problema dell’effetto «porta girevole», determinato dalla brevissima permanenza in carcere di soggetti arrestati e liberati in pochi giorni, fonte di continui intasamenti e tensioni non giustificati e calcolabili in una movimentazione annua che coinvolge circa 100.000 detenuti. Si tratta di soggetti, in attesa di giudizio direttissimo, che devono essere custoditi nelle camere di sicurezza. A tal fine, tramite i competenti uffici del DAP, ho disposto la convocazione dei Direttori degli Istituti Penitenziari delle grandi aree metropolitane (maggiormente colpite dal fenomeno) per assicurare un immediato alleggerimento di questo turn-over, tramite gli opportuni coordinamenti operativi con le Procure, i Questori, i Prefetti ed i Comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica. In questo quadro, anche i Provveditori Regionali saranno chiamati a svolgere una specifica opera di coordinamento che è sinora mancata. Fuori da questa fase emergenziale sono stati già programmati interventi strutturali, attraverso l’ampliamento di padiglioni già esistenti che, entro la fine del 2008, assicureranno altri 1.265 posti e, nel prossimo triennio, circa 2.100 nuovi posti. Inoltre, per la costruzione di nuove carceri, il programma in corso, concertato con il Ministero delle Infrastrutture, prevede la realizzazione di 25 nuovi istituti, di cui 10 già in via di costruzione (con una capienza a regime di 2.855 posti). A proposito di San Vittore, vi è un importante progetto che prevede un accordo di programma con la regione Lombardia ed altre istituzioni locali, per la realizzazione della Cittadella Giudiziaria di Milano all’interno della quale sarà realizzata la nuova Casa Circondariale per una capienza di 1.500 detenuti. A questo, si aggiunge l’avvio di una strategia di accordi bilaterali finalizzati ad ottenere il trasferimento dei detenuti stranieri perché scontino le pene brevi nei Paesi di origine, a prescindere dal loro consenso al rimpatrio, e con la certezza che le scontino davvero e non tornino in Italia. una strada necessaria se si considera che, oggi, il numero dei detenuti stranieri supera di molto le 20.000 unità, dato equivalente al 38% dei detenuti. Infine, un’ultima linea di intervento è quella della sorveglianza tecnologica a distanza dei detenuti a più bassa pericolosità, per la quale è dirimente la verifica della funzionalità tecnica finalizzata ad assicurarne il totale ed efficiente controllo, cioè evasione zero e recidiva zero. Sono consapevole della difficoltà da affrontare per porre rimedio ad una situazione sedimentata negli anni, ma desidero far presente che il Governo è incessantemente impegnato a garantire la sicurezza dei cittadini e il rispetto della dignità della persona detenuta. Per tale ragione, profonderemo ogni sforzo per garantire condizioni dignitose di vita ai detenuti, rendendo effettiva la funzione rieducativa della pena, prevista dalla nostra Costituzione. una sfida difficile ma contiamo di vincerla. Guardasigilli Angelino Alfano Angelino Alfano ministro della Giustizia