Guido Ruotolo, La Stampa 24/10/2008, 24 ottobre 2008
Amanda era infastidita da quella compagna di cella, Rosa. «E’ una fanatica, sta lì tutto il giorno a rassettare, a fare pulizie in cella»
Amanda era infastidita da quella compagna di cella, Rosa. «E’ una fanatica, sta lì tutto il giorno a rassettare, a fare pulizie in cella». Lei che a casa, in quella maledetta casa di via della Pergola 7, lasciava tutto così disordinato. Non puliva e questo era motivo di contrasto con le sue coinquiline, con Meredith. Rosa era diventata un tarlo per Amanda. Quando suo padre, la madre o il patrigno venivano a trovarla in carcere, lei spesso ne parlava. «Una notte mi ha sussurrato se volevo fare sesso con lei…». E’ come se la sua bellezza continuasse a perseguitarla, «anche in questa maledetta cella». Ma Amanda, in realtà, non disprezzava Rosa: «E’ stata condannata a 25 anni…, però è innocente…». Sbandata e confusa Scampoli di colloqui intercettati in carcere, tra aprile e maggio. E poi ci sono quelli di novembre, i primi giorni di libertà negata, la non rassegnazione a vedersi in quella cella, i sensi di colpa per aver accusato Patrick. Sbandata e confusa. Che dice che è innocente però quella sera «era là». Con il passare dei giorni, però, Amanda lascia da parte la speranza, l’illusione di tornare presto libera. Si rassegna ad accettare il carcere. «Ah come è bravo Michele, che mi segue nelle lezioni di chitarra. Con lui riesco a parlare, mi ascolta, mi trovo bene». Poi il jogging, le lezioni di cinese, gli incontri con il prete. E le lettere, i memoriali, la musica che gli piace. C’è spazio anche per Pino Daniele. E i sogni. Ne parla con i genitori: «Prima, li facevo in bianco e in nero quando nei sogni parlavo in italiano e in tedesco. Erano a colori quando parlavo in inglese. Ma adesso mi capita che sogno a colori anche quando parlo in italiano». «Sono cresciuta» Cambia il carcere. Uno cresce in fretta. In quella solitudine e costrizione, uno si ritrova a fare i conti con la propria coscienza. A rivedere il passato, a pensare a un possibile futuro. Gli amori, per esempio. Raffaele è ormai un ricordo del passato, una parentesi. Una tragica avventura, visto come è andata, con tutti e due che si ritrovano in carcere accusati di aver ammazzato insieme a Rudy Meredith Kercher. «Con Raffaele è finita. Il mio amore è Dj». Dj, Seattle. Prima di partire lei per Perugia, lui per la Cina. Per Dj in carcere ha scritto anche un racconto: «C’era una volta una ragazza assai normale, giocava a calcio e faceva yoga, suonava la chitarra e amava cantare… Uno dei più grandi amici di Amanda, comunque, era un ragazzo della sua età che veniva chiamato Dj. Quando Amanda incontrò Dj pensò che era un ragazzo assai carino e fece immediatamente amicizia con lui. Lo aveva incontrato nella palestra per il climbing alla sua università, un luogo in cui andavano poche persone ad arrampicarsi sugli scogli. Solo poche persone si recavano lì per arrampicarsi sugli scogli dei loro sogni, in realtà si arrampicavano solo su quelli di plastica…». L’amore che sboccia: «Ciò che Amanda non sapeva era che questo ragazzo era innamorato di lei. Per due anni questo ragazzo e questa ragazza rimasero amici. Ma un giorno Amanda cominciò a fare più attenzione a lui. Ma non era ancora il momento, l’amore era un sentimento difficile per Amanda in quel momento….». Una volta, nei primi giorni di carcere, sua madre le chiese se Raffaele portasse sempre un coltello. Amanda rispose: «Sì, ma che c’è di strano, anche Dj lo portava». Quanto è cresciuta Amanda in carcere. «Adesso sono diventata vegetariana… quanto è buono il formaggio italiano, il reggiano». E come prende le difese dei più deboli: «Ci sono delle prostitute in carcere. Sono nigeriane. Dicono che sono sporche ma invece sono simpatiche». E’ come se fosse diventata una donna, non più quella ragazzina acqua e sapone, luciferina e assassina. Nei primi giorni di carcere, il padre fissò il braccio: «Cos’è?». E lei: «E’ un tatuaggio finto che mi ha dato Meredith». La paura della condanna Adesso, il suo look è cambiato, porta i capelli raccolti. Indossa jeans ma anche pullover colorati. Piange in aula, fa la smorfia quando attraversa il corridoio tempestata di flash. E scrive appunti su quello che sente dire dagli avvocati o dall’accusa. Forse ha capito che martedì, quando il gup emetterà la sentenza per Rudy e deciderà le sorti di Amanda e Raffaele, perderà la battaglia. Ma lei, dal processo vuole uscire assolta e libera. Forse starà ripensando a quella volta che con la madre, in carcere, si sfogò: «Sono qui perché qualcun altro, che non aveva nient’altro da fare, ha fatto qualcosa». Il Csm intervenga a tutela dei magistrati di Perugia che si stanno occupando del processo per l’omicidio di Meredith. La sollecitazione arriva dal presidente del Tribunale perugino, Villani, che ha inviato a Palazzo dei Marescialli una lettera. L’organo di autogoverno, è la richiesta, dovrebbe difendere le toghe dalle accuse per le fughe di notizie sull’inchiesta per l’omicidio di Mez, pubblicate sul «New York Times». Al Csm è arrivata anche una nota firmata da un giornalista americano, il quale sostiene che nel corso del procedimento che vede accusati dell’omicidio Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Guede, sarebbero stati usati termini «non consoni» nei suoi confronti.Raffaele Sollecito dopo la laurea in informatica vuole specializzarsi nel campo della realtà virtuale e per questo si è iscritto all’Università di Verona. «Mio figlio non c’entra niente con la morte di Meredith Kercher e quindi è fiducioso nel futuro» assicura il padre Francesco che confida nel lavoro degli avvocati che oggi davanti al gup Perugia illustreranno le loro ragioni utilizzando anche diverse tecniche. Quella di oggi sarà una giornata che Francesco Sollecito trascorrerà sì a Perugia ma non accanto a Raffaele. Come succede sempre più spesso dal 6 novembre dell’anno scorso, giorno degli arresti, sarà infatti nello studio dell’avvocato Luca Maori che difende il ventiquattrenne pugliese insieme a Giulia Bongiorno e Marco Brusco. Quella di oggi sarà un’arringa multimediale, i difensori di Sollecito potranno contare sull’ausilio di strumenti telematici, con la proiezione di video e l’ascolto di documenti audio ed ancora lavagne luminose, proiettori e cavalletti ma verrà anche depositata una memoria. Il Gup Paolo Micheli ha autorizzato lo scorso martedì la modalità. Clicca sull immagine per ingrandirla Clicca sull immagine per ingrandirla