Benedetta Tobagi, Il Sole-24 Ore 21/10/2008, pagina 52, 21 ottobre 2008
Il Sole-24 Ore, domenica 19 ottobre Siamo uno strano Paese che si perde in strane polemiche: ad esempio, le accese controversie (spesso a priori) intorno a film che affrontano aspetti scottanti della storia recente
Il Sole-24 Ore, domenica 19 ottobre Siamo uno strano Paese che si perde in strane polemiche: ad esempio, le accese controversie (spesso a priori) intorno a film che affrontano aspetti scottanti della storia recente. Ultimo oggetto del contendere la richiesta di riconoscimento di "interesse culturale nazionale" (e relativo finanziamento statale) per il progetto La prima linea, liberamente tratto dal libro di Sergio Segio Miccia corta. Da qui, un circo di polemiche, contro (in somma sintesi: lo stato non finanzi film basati sul racconto degli ex terroristi) e pro (no alle censure). L’idea dell’idolo delle ragazzine Scamarcio nei panni di Sergio (ex terrorista di Prima Linea che ha ucciso il giudice Alessandrini e il pensionato Furlan) che dà l’assalto al carcere di Rovigo per far evadere la sua donna, Susanna Ronconi (interpretata da Giovanna Mezzogiorno) ha suscitato perplessità. Non si rischia di attribuir loro un alone romantico? Andrea Occhipinti, distributore e produttore indipendente di lungo corso (di recente ha coprodotto Il Divo) che ha sviluppato il progetto, fa notare che Scamarcio è già stato due volte terrorista: rosso in Mio fratello è figlio unico, nero in Romanzo criminale. Come produttore deve assicurare al film il migliore cast possibile. Conta come è raccontata la storia. Non vi sono toni apologetici né compiacimento spettacolare. Si dice impressionato dalle reazioni: il tema terrorismo sembra ancora tabù. Leggo che la signora Furlan, figlia della vittima, ha perdonato, dunque non si oppone al film. Ma è questo un punto qualificante del dibattito? Parlando di terrorismo spesso si dirotta l’attenzione su dettagli emotivi, trascurando questioni più sostanziali. Il ministro Bondi, dopo le polemiche sul documentario Il sol dell’avvenire, lancia una proposta inedita: ascoltare, in un audizione speciale della Commissione che valuta i progetti, le vittime del terrorismo. Iniziativa che ha fatto urlare alcuni alla censura preventiva. Ne parliamo col Direttore generale per il Cinema del ministero dei Beni culturali, Gaetano Blandini, che ci tiene a chiarire diverse cose: «Il ministro ha ricordato il discorso del capo dello Stato per la Giornata della memoria del terrorismo, da cui, come organo dello Stato, non possiamo prescindere sotto il profilo etico Ci ha invitato a informare le principali associazioni di vittime del terrorismo, non a ottenere un parere vincolante, circa i caratteri del progetto». Nessuna imposizione: «Ci sembrava opportuno aderire al’invito e sentire cosa ne pensavano, non nel merito artistico. C’è stato un dibattito aperto, le associazioni hanno espresso posizioni variegate, gli autori hanno risposto, assumendo alcuni impegni, come non chiamare ex terroristi a conferenze stampa, cose che comunque avrebbe richiesto anche la commissione. Tutto questo è a verbale, sarà reso pubblico dopo la decisione definitiva», che è stata rimandata. Quanto all’assetto produttivo privato, il film è solido ed "ecumenico": sono coinvolti l’indipendente Lucky Red, RaiCinema, Medusa, Sky, però «molte modifiche allo script sono state fatte all’ultimo, perciò ci siamo riservati di valutare in maniera unitaria se la sceneggiatura sia matura e abbia raggiunto anche quel l’equilibrio auspicato nel discorso del capo dello Stato». La Direzione cinema e il produttore Occhipinti concordano sia nel gettare acqua sul fuoco delle polemiche (niente censura) che nel ribadire l’importanza di affrontare certi temi anche al cinema, perché i giovani non ne sanno nulla, oppure – sottolinea Blandini – li conoscono in maniera distorta. Quanto ai finanziamenti, ricorda un precedente virtuoso della sua Commissione, che due anni fa respinse, in piena autonomia, bocciandolo sotto il profilo dell’etica, un film su Mambro e Fioravanti (condannati per la strage di Bologna), "buonista" ai limiti dell’apologia. Su invito del Ministero c’è stata un’audizione apposita con le associazioni, «in questo senso non c’è un precedente». Le associazioni intervenute hanno ringraziato l’amministrazione per la sensibilità dimostrata; l’associazione per i caduti della strage di Brescia ha declinato l’invito, confidando che i soggetti competenti avrebbero saputo recepire i richiami di Napolitano. Quanto alle accuse di censura, tentando un bilancio, può sembrare che l’iniziativa abbia avuto un effetto boomerang, a danno anche delle associazioni delle vittime. «Può darsi sia accaduto, non lo voglio negare – dice Blandini – spero ci saranno persone spero più competenti di noi, anche tra i giornalisti, a riflettere su questo». I film nascono e si innestano sulla cultura, o incultura, sociale e politica. Cultura e buon gusto non s’improvvisano (giova ricordarlo, in tempi di tagli drastici all’istruzione). Lo storico Leonardo Paggi ha osservato, riguardo alle polemiche su Miracolo a sant’Anna (il film americano sulla strage nazifascista di Sant’Anna di Stazzema), che sono colpa del clima pessimo che c’è in Italia, non di Spike Lee. Dovremmo temere l’ignoranza e la superficialità diffuse più che i film. Analogamente, parlando di film sul terrorismo, occorre riflettere su quanto possa pesare il fatto che in Italia vi siano in materia poche idee e confuse, e non sia ancora pienamente consolidato nell’opinione pubblica un sereno rifiuto del terrorismo, che non è stato ribellione generosa ma progetto di eversione dell’ordine democratico attraverso la violenza. Serve maggiore responsabilità da parte di tutti i soggetti (istituzioni, intellettuali, autori, media e cittadini, tra cui ci sono sia gli ex terroristi che le vittime), una maturazione che può essere promossa attraverso la conoscenza e il libero confronto. Questo può essere uno strumento efficace per tutelare la memoria, anche quella delle vittime. Più che di vistosi "cerotti" che odorano di censura c’è bisogno di registi col coraggio, l’intelligenza e il talento del danese Per Fly (che ne Gli innocenti racconta con lucidità vittime e carnefici) o dei nostri Garrone e Sorrentino. Benedetta Tobagi