L.Fu., Corriere della Sera 23/10/2008, 23 ottobre 2008
ROMA – «La crisi in Italia fa andare alla grande il premier». Questo il titolo di un lungo articolo del nuovo corrispondente del New York Times dall’Italia, Rachel Donadio
ROMA – «La crisi in Italia fa andare alla grande il premier». Questo il titolo di un lungo articolo del nuovo corrispondente del New York Times dall’Italia, Rachel Donadio. E dalla sua lettura emerge che Silvio Berlusconi in questo momento ha un potere politico «che non ha mai avuto » da quando è sceso politica. A detta del NYT, «la ragione è che questo uomo con una posizione senza precedenti al centro della politica e dell’economia del Paese è nella condizione di controllare miliardi di dollari per salvare imprese private se queste ne avessero bisogno e probabilmente ne avranno». Non solo. «L’ulteriore espansione del potere di Berlusconi, che alcuni definiscono pericoloso e altri necessario in tempi difficili conferma un modo di dire: che ci sono due tipi di italiani, quelli che lavorano per lui e quelli che lo faranno». Assieme al premier inglese Gordon Brown, Berlusconi è tra «quei leader mondiali le cui fortune politiche sembrano avere ricevuto una spinta dalla crisi». Mentre «tra i perdenti» il quotidiano della Grande Mela include l’attuale presidente americano «George W. Bush e il premier russo Wladimir Putin colpito dalla caduta dei prezzi del petrolio e dalla reazione internazionale alla guerra in Georgia». L’affresco dedicato al capo del governo italiano mette in evidenza che la coalizione di centrodestra da lui guidata «si è rafforzata dopo essersi sbarazzata dei partiti destra più piccoli. Berlusconi governa praticamente senza opposizione a causa dell’implosione della sinistra alle elezioni». Insomma il Cavaliere «non ha rivali», nonostante la situazione economica che attraversa il Paese. Dal primo di settembre, nota ancora il NYT, «la borsa di Milano ha perduto il 22% e le preoccupazioni per l’economia vanno di pari passo con il crescere degli interessi sui mutui. Ma il gradimento per Berlusconi arriva al 62%». In altre parole non ne risente . Nell’articolo, inoltre, si passano in rassegna i principali fatti nei quali il capo del governo ha avuto un ruolo rilevante: dal salvataggio della compagnia aerea nazionale alla denuncia di possibili Opa ostili su imprese italiane, dalle rassicurazioni rivolte a cittadini e imprese che gli effetti della crisi finanziaria non avrebbero prodotto un impatto sull’economia reale all’invito a comprare azioni di Eni ed Enel. «Tutto questo potere di Berlusconi giova all’Italia?», si domanda il NYT. «Sì», risponde il vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei. Il giornale tuttavia conclude rilevando che «al di là dell’incertezza economica, Berlusconi al quale sembra piacere vivere sul precipizio, resta ancora vulnerabile» a causa dei procedimenti giudiziari ancora in corso. L. Fu.