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 2008  ottobre 23 Giovedì calendario

ROMA – «Questa notte hanno dormito nelle nostre strutture penitenziarie 57.187 detenuti», spiegava la settimana scorsa il ministro della Giustizia davanti alla commissione Giustizia della Camera

ROMA – «Questa notte hanno dormito nelle nostre strutture penitenziarie 57.187 detenuti», spiegava la settimana scorsa il ministro della Giustizia davanti alla commissione Giustizia della Camera. In pochi giorni, però, il «contatore delle carceri » è già scattato a quota 57.239 presenze (22 ottobre) e si stima che a Natale balzerà in avanti di altre duemila unità. Dunque, il livello di guardia pre-indulto (61.264, il 30 giugno del 2006), verrebbe superato con tutta probabilità tra gennaio e febbraio 2009. Osserva Patrizio Gonnella di Antigone-onlus: «L’aumento progressivo del tasso di crescita carcerario è dovuto soprattutto all’effetto di due leggi, la Bossi-Fini sull’immigrazione e la Cirielli sulla recidiva, che portano l’Italia ad incarcerare presunti innocenti, cioè i detenuti in attesa di giudizio, in modo più che doppio rispetto alla media Ue». Ma le fredde cifre totali non spiegano bene la drammaticità della situazione, almeno così come l’ha illustrata il Guardasigilli Angelino Alfano alla festa della Polizia penitenziaria lo scorso 15 ottobre: «Si assiste a un effetto "portagirevole" che genera ingressi conseguenti ad arresti che, subito dopo la convalida del giudice, si risolvono con "forme premiali"». In altre parole, il ministro avverte che il sistema rischia di diventare ingovernabile perché il 25 per cento dei detenuti esce dopo appena 3 giorni. E con il ddl sicurezza (c’è un generale aggravamento delle pene anche se il reato di clandestinità dovrebbe essere punito non con il carcere ma con un’ammenda) e il ddl Carfagna (che punisce clienti e prostitute) c’è il rischio che la situazione diventi davvero esplosiva. Così, Alfano è arrivato a chiedere che gli imputati nei processi per direttissima rimangano nelle camere di sicurezza delle questure e delle stazioni dei carabinieri senza transitare per il carcere suscitando grandi perplessità tra gli avvocati. Entro il 2009, il ministero della Giustizia e il Dap, affidato di recente alla guida del procuratore antiterrorismo Franco Ionta, contano di avere a disposizione altri 5 mila posti grazie anche alle iniziative messe in cantiere dal governo di centrosinistra. Tuttavia, ha spiegato Alfano, «più che costruire nuove carceri bisogna ristrutturare e ampliare quelle esistenti». Il perché di questo ragionamento il ministro lo ha spiegato facendo due conti: «Per realizzare ex novo un padiglione di 200 posti la spesa è inferiore a dieci milioni di euro. Un nuovo carcere con gli stessi posti costerebbe, invece, 45 milioni di euro». Ecco dunque che nei piani del governo ci sono alcuni lotti per ampliare la capienza ufficiale delle 205 carceri italiane: 37.748 posti nel 2007, 43.263 nel 2008, forse 48 mila alla fine del 2009. Anche per questo il governo aveva pensato alla scorciatoia del «braccialetto elettronico » ma né Alfano né il collega Roberto Maroni, a questo punto, sembrano fidarsi di uno strumento insicuro e anche costoso. E anche la trattativa con la Romania che dovrebbe accogliere i detenuti romeni colpiti da sentenza definitiva emessa in Italia va assai a rilento. Per questo, il bollettino del sovraffollamento emesso settimanalmente da Antigone segnala i casi limite delle grandi carceri metropolitane del Centro-Nord: «In Emilia-Romagna la percentuale del sovraffollamento è del 172 per cento mentre in Lombardia ci sono 8.311 detenuti per 5.382 posti letto con una percentuale di sovraffollamento del 154 per cento». Tra le carceri «più affollate c’è quello di Monza, 777 detenuti stipati nei 420 posti letto, con oltre 100 persone che dormono sui materassi». Non va meglio a Torino: «1.438 detenuti per 1.092 posti letto con molti materassi per terra che ora occupano anche la sezione destinata agli studenti universitari». A Venezia (sezione maschile) «i letti a castello ormai sono a tre piani mentre a Latina (sezione femminile) ci sono 36 detenute per 18 posti letto». Il doppio della capienza consentita sulla carta. Dino Martirano