Alessandra Retico, la Repubblica 23/10/2008, 23 ottobre 2008
In tutta la vita passiamo appena due settimane a baciare. Magro bilancio, anche se è una media ovvio, chi bacia più e chi meno
In tutta la vita passiamo appena due settimane a baciare. Magro bilancio, anche se è una media ovvio, chi bacia più e chi meno. Ma quattordici giorni sono e restano, contro i tre anni che ognuno di noi consuma in bagno. I numeri spiegano molte cose. Oppure no ma sono belli lo stesso. Risulta che Churchill abbia bevuto 42 mila bottiglie di champagne, solo il 3 per cento delle inglesi è bionda naturale, ci vogliono sette minuti per cascare addormentati. Di cifre se ne possono dare a bizzeffe, circa 12mila ne elenca Numeroids, Any Number of Things You Didn´t Know (Numeroidi, ogni numero di fatti che non sapevi), curiosa antologia di calcoli e statistiche in uscita in Gran Bretagna. Scienza, abitudini, assurdità, resoconti. Una fitta numerologia per ogni campo e ogni storia, anche su argomenti e personaggi di cui è difficile sentire francamente il bisogno, eppure eccola: Elisabetta I faceva il bagno una volta alla settimana, Paris Hilton porta il 42.5 di scarpe, il bamboo può crescere di 89 centimetri al giorno. Oddio, Donough O´Brien e Anthony Weldon, gli autori del libro, non ci aiuteranno a risolvere le questioni serie, e ce ne sono di questi tempi, ma qualche indicazione la danno almeno sull´umore del tempo. Sul fascino che i numeri hanno sempre avuto e ancora di più sprigionano adesso, per la paura che mettono solo per essere lì, nel loro status numerale. Usati per spiegare, strumentalizzati per abusare, sono una cabala e una verità incontrovertibile (quasi) sempre, una costruzione sotterranea del mondo. Non soffrono di solitudine, specialmente in questa quotidianità di pin e password che infarciscono la memoria, la moltiplicano e sbriciolano in frazioni e addizioni. Sono le chiavi che dischiudono l´informazione, mettono in comunicazione, attivano telefonini, chiudono lucchetti, ingigantiscono e dimezzano i prezzi, rimandano a scommesse e sogni di montepremi e superenalotti, fanno il risultato e la radice della (s) fortuna. E anche quando spiegano i sentimenti e le relazioni (la formula dell´amore o del traditore) ci sono simpatici perché sembrano spiegare meglio il mistero di essere noi stessi. Ricchezza o precipizio? Difficile capire, la copertina del libro suggerisce una non tranquillizzante soluzione, un omino che sale e arrampica numeri crescenti finché lì in fondo, in alto, c´è l´orlo di uno zero tondo tondo e sotto il vuoto. Danno il capogiro a volte, ed è nota la vertigine che provocano le cifre sciorinate nei talk show, disegnate sulle lavagne, impugnate come slogan. Il numero può e fa anche politica, è accusa e vanto, è profezia alla Nostradamus e pietra filosofale di un´alchimia che non funziona più. Bisogna capirli i numeri, averne rispetto, o giocarci dolci. Il cubo di Rubik ha ben 43.252.003.274.489.856.000 combinazioni possibili, le donne dicono minimo 6mila parole al giorno contro le 2-4mila degli uomini, ogni minuto la popolazione al mondo cresce di 146 persone (249 nascite, 103 morti). Crestomazia aritmetica anglosassone: gli inglesi mandano 1,2 miliardi di sms a settimana, mangiano 47 barrette di cioccolato KitKat al secondo, 27milioni di uova al giorno, registrano come loro parola più lunga floccinaucinihilipilification (giudicare qualcosa privo di valore). Ma è una combinazione latina (floccus, naucum, nihili, pilus), anche le parole sanno dire la loro.