Lucio Cillis, la Repubblica 23/10/2008, 23 ottobre 2008
LUCIO CILLIS
ROMA - Crollano i passeggeri Alitalia. Una debacle senza precedenti, che a settembre ha raggiunto il suo picco assoluto: il mese scorso, solo un milione e 600 mila persone hanno scelto di salire sui velivoli della Magliana mentre circa 650mila, pari al 28,3% in meno rispetto al settembre del 2007, hanno cambiato vettore.
Se lo sguardo si allarga a tutti i primi nove mesi del 2008 lo scenario non migliora, con una discesa dei passeggeri che ormai sfiora il 20% sull´anno precedente. Il divario con le altre compagnie e soprattutto con le pretendenti di Alitalia si allarga: Air France ha perso a settembre il 2,6% di imbarchi, Lufthansa solo lo 0,7%. Restando in Italia Air One ha lasciato sul terreno il 3,3% a settembre ma ha guadagnato il 6,6% dei passeggeri sui primi nove mesi del 2008.
La frenata di Alitalia è dovuta alle turbolenze che scuotono ormai da mesi la compagnia, prima abbandonata nel pieno delle trattative da Air France, poi risucchiata nel tritacarne della campagna elettorale prima di arrivare ad un passo dal baratro, con l´incubo di un fallimento alle porte che ha convinto molti utenti a non rischiare la prenotazione.
E di certo non giovano al rilancio gli scontri sul contratto aperti nelle ultime ore dai sindacati, e le indiscrezioni su possibili uscite dalla cordata e il nuovo taglio di rotte deciso dal commissario Augusto Fantozzi per tamponare le perdite. Ad oggi ci sono 44 aerei messi a terra, un quarto del totale, mentre l´elenco delle rotte "sospese" - almeno una dozzina - potrebbe presto allungarsi ad altri collegamenti con il resto d´Europa.
Ma non ci sono solo cattive notizie per la compagnia di bandiera. Un primo sospiro di sollievo viene dalla Camera dove ieri è stato approvato il decreto sulla ristrutturazione delle aziende in crisi, che ora passa al Senato per il varo definitivo. Il governo è però andato "sotto" su un ordine del giorno del Pd sugli slot di Malpensa, appoggiato dalla Lega e un gruppo di deputati del Pdl.
Inoltre da Bruxelles a metà novembre potrebbe arrivare il sospirato via libera all´operazione. Le prime indiscrezioni parlano di un «sì condizionato» al rispetto degli impegni già presi da Roma, a partire da quelli sul fronte della cessione degli asset. Secondo fonti vicine al dossier a verificare passo dopo passo la privatizzazione sarà un "trustee" indipendente, nominato in accordo con le autorità italiane che periodicamente dovrà riferire all´esecutivo europeo.
Sono due le richieste avanzate dalla Commissione Ue per aprire la strada a Cai: gli asset dovranno essere venduti da Fantozzi ad un prezzo di mercato e tra la vecchia e la nuova Alitalia ci dovrà essere effettiva discontinuità. In ogni caso il prestito ponte da 300 milioni sarà bocciato e giudicato come un aiuto di Stato illegale. A questo punto, il rimborso appare inevitabile: l´onere ricadrà o sulle spalle della bad company guidata dal commissario straordinario o sui nuovi proprietari.