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 2008  ottobre 22 Mercoledì calendario

E’ finita in rissa, peccato! Sono volate parole grosse fra Gad Lerner, titolare dell’«Infedele», e il suo ospite, Roberto Cota della Lega (La 7, lunedì, ore 21

E’ finita in rissa, peccato! Sono volate parole grosse fra Gad Lerner, titolare dell’«Infedele», e il suo ospite, Roberto Cota della Lega (La 7, lunedì, ore 21.10). Spiace quando le discussioni si concludono in questo modo, significa che la serata è stata buttata via. Di chi la colpa? Dei due contendenti che fin dall’inizio avevano un’idea fissa in testa e non si sono smossi? Colpa, come direbbe Paolo Conte, della giacca sbagliata di Lerner (un brutto quadrettato che faceva a pugni con una camicia a righe)? Colpa del canone costanziano dell’«Uno contro tutti»? L’on. Cota era infatti circondato da professoresse scatenate che contestavano la sua mozione per disciplinare l’inserimento scolastico dei bambini stranieri. Succede infatti che in molte città e in molti quartieri le scuole elementari siano piene di ragazzi stranieri e i genitori spostino i loro figli in altre scuole perché non vengano penalizzati nell’apprendimento. Spiace che Lerner non abbia invitato una figura tipica del panorama milanese: il Genitore Democratico Benestante (GDB). Forse sarebbe stato utile alla discussione. Il GDB si comporta così: alle elementari (considerate una sorta di parcheggio) è per l’integrazione, vuole che i bambini stranieri, bianchi, gialli e neri, giochino e studino con i suoi. Alle medie cambia tiro: iscrive i suoi figli nelle sezioni apparentemente più marginali (ad es., dove si insegna francese) così tutti i figli dei GDB si trovano insieme e, d’estate, possono studiare inglese all’estero. Alle superiori poi i figli dei GDB si iscrivono nei licei del centro, vestono allo stesso modo, si comportano da clan e spesso si dimenticano di rivolgere la parola al figlio del portinaio che faticosamente è arrivato fin lì. La Lega, al solito, individua problemi concreti e poi li comunica male; alcune professoresse, invece, parlano per slogan, pensano in astratto, e sembrano molto contigue alla nefasta figura del GDB.