A.Mu., Corriere della Sera 22/10/2008, 22 ottobre 2008
Chissà che penserà Soon-Yi dello stop dato dal suo Paese alle adozioni internazionali. Lei che a 8 anni dall’allora misera Corea del Sud si è ritrovata catapultata nella casa scintillante di Mia Farrow, e del marito di allora, il direttore d’orchestra André Previn
Chissà che penserà Soon-Yi dello stop dato dal suo Paese alle adozioni internazionali. Lei che a 8 anni dall’allora misera Corea del Sud si è ritrovata catapultata nella casa scintillante di Mia Farrow, e del marito di allora, il direttore d’orchestra André Previn. Era il 1978. Vent’anni dopo è lei a recarsi nel suo Paese per adottare una bambina. In mezzo, la relazione-scandalo con il suo celebre «patrigno»: Woody Allen, che da compagno della madre diventa suo marito. Il loro rapporto, racconterà lei, inizia quando, appena ventenne, si fa accompagnare a una partita di basket. Dal campo al letto: nel 1992 esplode il caso. Ha voglia lei a spiegare che lui non è mai stato suo padre, che l’attore non viveva con loro (Woody ha abbandonato il suo appartamento da single sulla Quinta Avenue soltanto dopo per stare con Soon- Yi): media e benpensanti gridano all’incesto. Dopo 5 anni le nozze, a Venezia. Lo sconcerto si rinnova quando, nonostante i trascorsi, la coppia opta a sua volta per l’adozione. La coreana Soon-Yi è infatti una dei 13 figli adottati da Mia Farrow (che ne ha avuti anche due naturali). E a sua madre lei ha riservato parole di fuoco: «Mi ha tirato su con un atteggiamento tutt’altro che materno. Non è la persona che finge di essere» la attaccò in un’intervista al Times. Eppure il bilancio della sua esperienza di bambina d’«esportazione» non è negativa. Nonostante l’odio feroce esploso tra le due donne all’indomani dello «scandalo», trova parole di riconoscenza: «Non c’è dubbio che io devo a mia madre molto per avermi adottato. Per questo gesto io la amo ancora. Ma la responsabilità non si ferma al momento dell’adozione. Rimprovero a mia madre il fatto di aver scaricato su tutti quei bambini il peso dei suoi problemi da adulto». Lei, che fa la mamma a tempo pieno, spera di non ripetere gli stessi errori con Bechet, la primogenita sua connazionale. E con Manzie, figlia di americani: è stata adottata in Texas nel 2000 quando aveva soltanto sei mesi, tra lo stupore della gente. A 38 anni (quasi la metà del consorte che ne compie 73 a dicembre), chissà se Soon- Yi penserà mai all’altra vita che avrebbe potuto vivere se solo fosse nata oggi. Mamma adottiva Soon-Yi ha adottato a sua volta una bimba sudcoreana, Bechet A.Mu.