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 2008  ottobre 22 Mercoledì calendario

MILANO

Un solo vezzo, quel paio di baffi all’insù che fanno pensare ad altri tempi, e due autentiche passioni, i libri antichi di storia, soprattutto storia veneta, e i libri di criminalistica. Per il resto, l’avvocato Giuseppe Frigo è un uomo di legge, un penalista da sempre. Un bresciano vero, dicono nella sua città, uno di quelli che «mostrano carattere», che non usano giri di parole e vanno diritto al sodo. «In lui convivono una somma di qualità tecniche e professionali sovraordinate a una profonda e sincera umanità», piace ricordare all’imprenditore Giuseppe Soffiantini, che l’avvocato Frigo ha rappresentato nel processo contro i suoi rapitori così come aveva seguito ogni fase di quella sua terribile esperienza di prigionia.
Ha 73 anni, Frigo, una moglie e due figli. All’Università di Brescia insegna procedura. un radioamatore e si diverte a pedalare in bici. Moltissimi i processi di cui è stato protagonista. Ha difeso il finanziere Emilio Gnutti nel processo per la scalata ad Antonveneta, ha tutelato gli interessi di Cesare Previti nel processo per calunnia ai danni dei magistrati milanesi Ilda Boccassini e Gherardo Colombo, ma è stato anche avvocato di Adriano Sofri nel procedimento per chiedere la revisione del processo per l’omicidio del commissario Calabresi e ha tutelato gli interessi della procura di Milano e del pool Mani pulite, allora impegnato a districarsi nel conflitto di attribuzione sollevato dal Parlamento in occasione dell’arresto di Bettino Craxi.
Inoltre ha difeso UniCredit, l’avvocato Giuseppe Frigo e, guarda il caso, proprio davanti a quella Consulta che ora lo annovera tra i giudici, difese gli interessi degli Stati Uniti d’America che volevano ottenere dall’Italia l’estradizione di Pietro Venezia, colpevole di avere ucciso un agente del fisco al termine di una violenta litigata e quindi prossimo alla condanna a morte. Con Frigo c’era l’avvocato Giorgio Luceri, ma in quel giugno del lontano 1996 la Consulta gli diede torto.
«Lucido, trasparente, incalzante, intellettualmente onesto – dice di lui Gnutti – uno che pensa sempre all’interesse del cliente anche quando questo non coincide con quello dell’avvocato... Un uomo davvero giusto, direi... ». E in fondo il «giusto processo» è un po’ figlio suo. Dal 1999 al 2002 Giuseppe Frigo è stato presidente dell’Unione camere penali, organizzazione che rappresenta novemila legali. E proprio da leader dei penalisti Giuseppe Frigo ha contribuito alla stesura del codice di procedura penale e ha combattuto perché il principio del giusto processo fosse inserito in Costituzione.
Un uomo colto, l’avvocato Frigo. «Preparavamo un interrogatorio – ricorda ancora Gnutti – e dopo pochi attimi ci ritrovavamo a parlare di storia. Un suo pallino? Giuseppe Zanardelli (politico bresciano, presidente del Consiglio e, da ministro della Giustizia, padre del codice penale che nel 1889 abolì la pena di morte), poi si ritornava a dire e ridire dell’interrogatorio... ».
Non molto tempo fa, dopo che il premier Silvio Berlusconi aveva manifestato l’intenzione di limitarle ai procedimenti per mafia e terrorismo, Frigo è intervenuto in materia di intercettazioni. «Non bisogna restringere eccessivamente le intercettazioni telefoniche in relazione al novero dei reati per cui possono essere disposte – ha suggerito col solito tono garbato ma deciso – semmai sarebbe meglio impedire di renderle pubbliche sino al dibattimento con una disciplina più rigorosa ».
Altro suo cavallo di battaglia, la separazione netta tra la carriera dei pubblici ministeri e quella dei giudici. «Perché ognuno deve sapere fare bene il suo mestiere...», predica sempre. Ed è per questo, forse, che alla sua amata toga d’avvocato penalista ha rinunciato una volta sola per indossare i panni del magistrato dell’accusa. Ma l’occasione era davvero speciale, si trattava di un processo storico, il tribunale era il Palazzo Ducale di Venezia e l’imputato era Napoleone.
Indagini
«Non bisogna restringere eccessivamente le intercettazioni, meglio impedire di renderle pubbliche»
Biagio Marsiglia