Sergio Bocconi, Corriere della Sera 22/10/2008, 22 ottobre 2008
NAPOLI
«La frase di Silvio Berlusconi sembra buttata là, in mezzo a un discorso sul rapporto Stato-mercato all’assemblea annuale degli industriali di Napoli: «Forse 2 o 3 banche oltre a Unicredit avranno dei vantaggi ad aumentare il proprio capitale. Trovando naturalmente i mezzi sul mercato». L’ultima espressione sfugge ai lanci di agenzia e viene precisata da Palazzo Chigi. Ma ormai l’effetto sui mercati c’è: i titoli di alcune banche scendono e si riprendono solo a fine giornata. La caccia alla prossima ricapitalizzazione è aperta...» (Antonella Baccaro, Corriere della Sera 22/10/2008)
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MILANO – Nonostante le precisazioni ufficiali, la frase del premier Silvio Berlusconi sulle due-tre banche che potrebbero ricapitalizzare ha fatto scattare di nuovo la caccia al nome. Un esercizio che comunque in realtà sul mercato si continua a fare in particolare dopo l’operazione decisa a sorpresa nel primo weekend di ottobre da Unicredit e i provvedimenti anticrisi.
Il punto di riferimento è il dato considerato più sensibile, il core-tier1, cioè il rapporto fra il capitale più solido e disponibile della banca e le attività ponderate in base al rischio. Un indice non di diretto valore per la Vigilanza (sensibile al tier1, comprendente anche strumenti «ibridi»), che tuttavia in passato ha segnalato una soglia d’allarme pari al 6%, ancora oggi considerata dal mercato il valore di riferimento.
Sulla base del ratio fatidico, le grandi banche «indiziate» per una prossima ricapitalizzazione potrebbero essere Intesa Sanpaolo (core-tier1 pari al 5,7%), Montepaschi (5,1%), Banco Popolare (5,9%) e Popolare Milano (5,5%). Istituti che hanno visto scivolare l’indicatore sotto il 6% soprattutto dopo acquisizioni, hanno già annunciato provvedimenti per riportarlo in regola entro fine anno, e hanno negato in varie occasioni la necessità di imminenti operazioni straordinarie per aumentare il patrimonio.
Così Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo (il cui core-tier1 è sceso soprattutto dopo l’operazione Carifirenze), ha definito venerdì scorso «del tutto adeguato » il patrimonio della banca. Fabio Innocenzi, alla guida del Popolare, sul quale pesa la controllata Italease, a Londra ha sottolineato la «solida posizione » dell’istituto in termini di liquidità. Roberto Mazzotta ha definito la Bpm («peggiorata» dopo aver rilevato Anima sgr) «solida come le sue colonne ». E il presidente della Fondazione Montepaschi Gabriello Mancini ha «escluso» un aumento di capitale per l’istituto senese, che deve il ratio sotto soglia allo shopping compiuto su Antonveneta.
Dichiarazioni che tuttavia continuano a trovare il mercato scettico, anche perché lo è nei confronti dell’intero settore bancario, e che non hanno spento in ogni caso le ipotesi relative a possibili manovre di ricapitalizzazione. Se ieri Intesa Sanpaolo e la Milano hanno chiuso la seduta in Borsa in attivo, mentre hanno perso Banco Popolare e Mps, nell’ultimo mese il bilancio degli istituti in Borsa è pesante. La banca guidata da Passera, pur confermando di tenere più del settore (in un anno ha perso «solo» il 41%), in un’altalena da vertigine (comune del resto anch’essa) ha ceduto da metà settembre il 21%, contro il 24% della Bpm, il 25,5% del Mps e il 27% del Banco Popolare. Nulla sembra dunque in grado di calmare gli animi, e le parole di Berlusconi ieri hanno rimesso in circolazione preoccupazioni e alimentato ipotesi tutt’altro che sopite.
Sergio Bocconi