varie, 22 ottobre 2008
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Gattiglia Nora
• 1984 (~). «Un’ereditiera minuta, elegante, studentessa brillante, appassionata di cinema, creativa, idealista, con la garbata pacatezza frutto di sobrie raffinatezze familiari. Questa era Nora, quando viveva nell’elegante villa di Nervi, tre piani circondati dal verde. Oggi [...] è una ragazza spezzata, che si guarda intorno ancora non del tutto consapevole, chiusa in un carcere dov’è finita per amore. Lei, che appartiene a una potente dinastia imprenditoriale, è stata conquistata, dominata da un uomo che alla fine l’ha coinvolta nella sua vita ai limiti della legalità, trascinandola fino a Parma, dove una bomba carta l’ha risvegliata da un improbabile sogno di giustizia. Nora Gattiglia è figlia di Maurizio, l’amministratore delegato della Sogegross, uno dei primi dieci gruppi italiani nel settore della distribuzione. L’espansione aziendale è cominciata dal negozio di drogheria aperto da Ercole Gattiglia nel 1920, poi con il primo Cash & Carry nel 1970, fino al piccolo impero attuale: supermercati e superstore (Basko), discount alimentare (Ekom), supermercati e superette in franchising (Dorocentry), e-commerce (www.esperya.com), per un totale di oltre 2000 addetti e 200 punti vendita soprattutto nel centro e Nord d’Italia. Nonostante il successo imprenditoriale, o forse proprio per questo, in piena sintonia con le abitudini di una città in cui l’ostentazione e il protagonismo sono difetti imperdonabili, la famiglia vive senza clamore. Nora cresce in questa atmosfera, collezionando 30 e lode, arrivando a partecipare al Genova Film Festival come sceneggiatrice di un corto d’autore, ”Maledetto Stanley Milgram”. E intanto quell’amore per la natura e per gli animali che da bambina le facevano accarezzare tutti i cani che vedeva si rafforzano in un impegno concreto. Vuole combattere le sofferenze inflitte alle creature che fanno parte di un ambiente profondamente compromesso dall’uomo. Così si avvicina per qualche tempo alla Lav e poi decide di partecipare a clamorose manifestazioni. Come quella contro il circo, o ancora il presidio davanti all’Upim per protestare contro l’uso di pellicce e pelli di cane e gatto. Qualcuno imbratta le vetrine di rosso, scrive slogan evidenti come macchie di sangue. Nora no. Lei è presente, solidale, ma i gesti aggressivi non le sono consoni. Si assume in prima persona le responsabilità, come quando dà il suo nome per i preavvisi di manifestazione, riceve i funzionari della Digos nella villa di Nervi, spiegando le sue ragioni ”sempre con grande educazione”, dicono gli investigatori. Nessun precedente, nessuna denuncia.Fino a [...] quando incontra Giuseppe Sciacca. Lui ha 29 anni e il fascino di un passato turbolento alle spalle. L’attività animalista di Nora lo fa sorridere. Lui parla con foga di giustizia sociale, di uguaglianza, di lotta. Lei ha partecipato a qualche manifestazione stando a guardare chi era in prima linea, lui è già stato fermato nell’autunno del 2004 dopo il lancio di due bottiglie incendiarie contro i portoni di una caserma dei carabinieri. Viene dall’area anarchica e violenta della Curva Nord del Catania Calcio, coinvolto in incidenti allo stadio, diffidato dalla questura, denunciato per scontri tra esponenti di Forza Nuova ed esponenti della sinistra antagonista. Davanti agli inquirenti ha sempre negato tutto, ma la sua storia aumenta il fascino di uomo forte e determinato. Nora lo segue nei centri sociali che prima non frequentava, sia l’Inmensa nella periferia di Bolzaneto che l’Umpalumpen (crasi politica tra gli Umpalumpa, gli gnomi operai della fabbrica di cioccolato, e il Lumpenproletariat di Marx, ovvero il sottoproletariato) del centro storico. La polizia tiene d’occhio Giuseppe Sciacca. Lo ferma per controlli, e gli trova sempre più spesso accanto lei, Nora. Allora Giuseppe lascia Genova e Nora sceglie di seguirlo fino a Parma. Fino a quella macchina fermata dopo l’esplosione delle bombe carta. Fino in carcere» (Alessandra Pieracci, ”La Stampa” 22/10/2008).