Giorgio Dell’Arti Massimo Parrini, Catalogo dei Viventi 2009, Marsilio 2008, 20 ottobre 2008
NIRTA Giuseppe
NIRTA Giuseppe San Luca (Reggio Calabria) 8 luglio 1973. ‘ndranghetista, appartenente alla cosca Nirta-Strangio, in lotta con i Pelle-Vottari (vedi VOTTARI Francesco, STRANGIO Giovanni nato nel 1979). Ricercato con mandato di cattura internazionale in quanto ritenuto tra i responsabili della strage di ferragosto (15 agosto 2007, Duisburg, sei morti), fu arrestato l’11 febbraio 2010 a Reggio Calabria. Il 12 luglio 2011 la Corrte d’Assise di Locri lo condannò all’ergastolo • Deve scontare una condanna definitiva a 14 anni e 8 mesi di reclusione per associazione finalizzata al narcotraffico (eroina e cocaina). I giudici lo hanno ritenuto promotore, organizzatore, finanziatore e dirigente dell’organizzazione. Lo sorpresero al confine con la Svizzera l’11 febbraio 98 con nove chili di cocaina nascosti nella ruota di scorta e quattro chili di sostanza da taglio in un pannello della macchina • Cognato del Giovanni Strangio ricercato per la strage di Duisburg, il procuratore tedesco Detlef Nowotsch ha inquisito anche lui dopo avere accertato che erano sue le tracce di Dna scoperte nella Clio nera targata HH-BM 7070 usata per la fuga. Noleggiata da Strangio il 10 agosto, fu ritrovata a ottobre in una strada di Gent, nelle Fiandre belghe, dov’era parcheggiata da giorni con le chiavi inserite nel nottolino di accensione. Nirta assomiglia anche all’identikit fatto dalla polizia in base alla descrizione di un ciclista sentito come testimone: «Altezza intorno a 180-185 cm, figura slanciata, capelli scuri corti e basette fin quasi alla bocca, senza barba o baffi, con un grosso neo sotto l’occhio destro» (secondo un collaboratore di giustizia, coperto col nome fittizio “Lorenzo”, non si tratta di un neo, bensì di una cicatrice) • «Informazioni giunte all’orecchio degli investigatori riferiscono che i killer del 25 dicembre erano giovani con buone dosi di cocaina in corpo. È un altro segno di riconoscimento della ‘ndrangheta di ultima generazione, globalizzata, crudele e spietata, che attraversa i confini nazionali e non si fa scrupolo di tenere comportamenti che nonni e genitori nemmeno concepivano. E forse disapprovano tuttora, se è vero che i rappresentanti superstiti dei ceppi originari dei raggruppamenti in lotta hanno provato a tirarsi fuori da questo susseguirsi di botta e risposta. Gli affari si fanno meglio nella quiete della pax mafiosa, senza la pressione repressiva che sempre si scatena dopo omicidi tanto clamorosi, ma questo i giovani che hanno molti soldi e molte armi non lo capiscono » (Giovanni Bianconi). [Paola Bellone]