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 2008  ottobre 20 Lunedì calendario

Caccia Matteo

• Novara 24 luglio 1975. Attore teatrale. Conduttore radiofonico. «’Mi chiamo Matteo Caccia, ho 33 anni e vivo a Milano. Non so se qualcuno si ricorda di me. Io no”. [...] è diventato un uomo senza ricordi. Ha perso la memoria. Se tutti abbiamo un futuro da costruire, lui si è trovato, da un giorno all’altro, a ricostruire il proprio passato. ”Ora lei mi chiederà: ” vera questa storia?’. Con la perdita della memoria il dubbio è dietro l’angolo. Due settimane dopo il blackout sono venuti a trovarmi gli amici, per me perfetti sconosciuti. Uno di loro mi ha sussurrato: ”A me la verità la puoi dire, dai, ti sei inventato tutto’. E lì ho capito che sarebbe stato un po’ difficile spiegare la cosa... La cosa è [...] l’8 settembre 2007, probabilmente ho perso conoscenza, non ricordavo più niente. Ero all’Auditorium di Milano per il saggio di pianoforte della mia fidanzata, ma in quel momento non suonava lei... Il mio ultimo ricordo è una ragazza al pianoforte, poi niente. Il buio per una manciata di minuti; quando ho aperto gli occhi non sapevo chi fossi e perché mi trovassi lì”. Un sentimento di perdita svelato in Amnèsia, programma cult che conduce alle 12.10 dal lunedì al venerdì su Radio2; musica, ricordi, dubbi, frammenti di memoria. La sua vita è un puzzle da completare con gli ascoltatori, che scrivono, telefonano, danno consigli, affascinati dal buco nero che ha inghiottito Matteo, sul filo del dubbio, perché la sua vita scorre come un film dalla sceneggiatura perfetta. Matteo Caccia [...] diplomato all’Accademia dei Filodrammatici a Milano, attore teatrale con Antonio Latella, conduttore radiofonico, istruttore di vela, fidanzato con un’aspirante pianista, per Matteo Caccia, seduto su una poltrona dell’Auditorium, è uno sconosciuto. ”Mi sono alzato, terrorizzato, e sono andato alla polizia: ”Aiutatemi, non so chi sono’. Hanno preso i documenti, poi hanno chiamato mia madre. Lei mi rassicurava: ”Matteo, stai tranquillo, vengo e ti porto a casa’. Ti rendi conto che appartieni a qualcosa, ma è un mondo sconosciuto. Perfino lei era un’estranea”. C’è un prima e un dopo nella vita di tutti, in quella di Matteo c’è un buco nero. ”I primi giorni sono stati sconvolgenti. Ho fatto analisi, Tac, tre mesi di esami. Non è venuto fuori nulla. un caso di ”amnesia retrograda globale’, un problema all’ippocampo. Ho la memoria fisica: cammino, scio, vado in bicicletta, ero e sono istruttore alla scuola di vela di Caprera. Conservo la memoria semantica: lego parole e oggetti. La memoria compromessa è quella episodica, ho perso l’archivio che riguarda gli episodi della mia vita [...] un percorso in salita, in un ambiente familiare eppure estraneo: sconosciuti i mobili di casa, i vestiti appesi nell’armadio, gli amici, il perché di una cicatrice sulla spalla, il sapore squisito del tiramisù preparato da mamma. Però c’erano tracce di vissuto ovunque, sul divano consumato perché mi sedevo lì, la chitarra mi diceva che forse sapevo suonarla. Ho acceso il computer, e poi c’erano le foto, i film, la musica che ascoltavo. Non dovevo essere una cattiva persona, mi piacevano Antony and the Johnsons. Ma non riconoscevo mia sorella e mia madre. Gli amici del teatro - Marco Foschi, Rosario Tedesco, Cinzia Spanò, tutti gli attori di Latella - venivano a trovarmi per riguardare insieme foto e video, sentivo grande affetto da parte loro, ma non provavo nulla. I medici sostengono che sia una rimozione di tipo emotivo, mi sto proteggendo da qualcosa, ma cosa? La mia era una vita normale”. Lo è anche oggi. ”Una parte di me è perduta per sempre, però, poco a poco, grazie agli altri, ho scoperto cosa mi piaceva, com’ero: ironico, dicono, a tratti cinico. Vivo guardando avanti, prima avevo paura di aver perso qualcosa, oggi non m’importa. Mi godo quello che ho. Ho scoperto di aver avuto una fidanzata a New York, New York è stato il primo viaggio che ho fatto dopo il blackout. Pensavo: qualcosa mi ricorderò. Niente. Ho fatto il turista, la vedevo per la prima volta a 33 anni. Una vita fatta di prime volte non è brutta. Tutto ha un sapore nuovo, anche il tiramisù di mia madre”. Il lavoro aiuta. ”Ho scoperto che facevo il conduttore radiofonico, ed è stato il curatore dei miei programmi, Renzo Ceresa, insieme al direttore di Radio2 Sergio Valzania a chiedermi di raccontare cosa mi era successo. Facevo la radio da sei anni, ma non sapevo se sarei stato in grado di andare in onda.... Avevo iniziato a tenere un diario, con Amnèsia è stato più facile, condivido la mia scoperta del mondo. C’è una partecipazione emotiva fortissima. Non ho ”ricominciato’ a fare le cose, comincio adesso. Più passa il tempo e meno m’interessa recuperare una parte di me. importante sapere chi era Matteo dieci anni fa? utile? Ho una fidanzata da poco e mi chiede sempre: ”Saresti così, se non ti fossi perso?’”. Ingrid Bergman diceva che per vivere bene bisogna avere cattiva memoria e buona salute. Matteo sorride: ”Forse aveva capito tutto”» (Silvia Fumarola, ”la Repubblica” 20/10/2008).