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 2008  ottobre 19 Domenica calendario

Caro Romano, a proposito della lettera del generale Caligaris sulle continue decurtazioni al bilancio della Difesa e della sua risposta, mi sia consentita una riflessione

Caro Romano, a proposito della lettera del generale Caligaris sulle continue decurtazioni al bilancio della Difesa e della sua risposta, mi sia consentita una riflessione. Il Parlamento prima approvava il Dpef 2008/2011 che prevede un «taglio» nel bilancio della Difesa di 2,4 miliardi, subito dopo approvava all’unanimità il Trattato di Lisbona. Questo costituisce una lapalissiana contraddizione. Nel nuovo Trattato Costituzionale dell’Ue, infatti, per quanto afferente al settore Difesa e Sicurezza, tra le altre misure, sono previste clausole di mutua difesa collettiva, Cooperazioni rinforzate, Cooperazioni strutturate e l’Agenzia di Difesa europea. Non bisogna essere esperti per comprendere che le prime tre rappresentano, per ogni membro dell’Ue, un impegno nel quale ognuno deve fare la propria parte, dotandosi di un’adeguata capacità militare per poter rispondere al meglio alle minacce che le recenti esperienze in impegni internazionali hanno fatto sentire il bisogno di codificare. L’Agenzia (già esistente ma come «organismo di consulenza») viene instaurata «allo scopo di supportare gli Stati membri nel loro impegno per migliorare le capacità di difesa europea (omogeneizzazione e potenziamento dei sistemi d’arma) nel campo delle risoluzioni delle crisi e sostenere la politica europea di sicurezza e difesa (avere reparti preparati ed adeguatamente armati) al presente e nella sua futura evoluzione». Chiaramente tutto questo significa «spendere meglio ma anche spendere di più», così come detto dall’ex capo di Stato maggiore della Difesa, amm. Di Paola. Nel Trattato di Lisbona, inoltre, vi è una nuova figura, «l’Alto Rappresentante dell’Unione per Affari Esteri e Politica di Sicurezza», che è indicativa dell’indirizzo politico verso cui va l’Ue, e cioè che la politica estera è strettamente collegata alla politica di sicurezza. Ecco perché parlavo di contraddizione: come si può sottoscrive un impegno di potenziamento della struttura di difesa e sicurezza, avere l’ambizione di appartenere ai «G8» e nel contempo fare un ulteriore taglio al già magro bilancio della Difesa? Gen. Giuseppe Cordova Roma Capisco le sue osservazioni e credo che lei abbia ragione. Ma il governo italiano deve scegliere fra due mali: violare le regole del Patto di stabilità sul disavanzo o ridurre le spese. Ha scelto il secondo male. Ma è giusto chiedersi se la riduzione delle spese dovesse colpire proprio quelle da cui maggiormente dipende in questo momento il prestigio internazionale del Paese.