varie, 17 ottobre 2008
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Nana Aiche
• (Kiash Nanah) Beirut (Libano) 1940. Nella storia il suo spogliarello del 5 novembre 1958 • «[…] Fu quella data esatta, la data di quello spogliarello, a inaugurare ufficialmente l’epoca della Dolce Vita. È l’anno in cui debutta Canzonissima, l’anno della cagnetta Laika in orbita e della legge Merlin, l’anno in cui diventa papa Giovanni XXIII. È da poco nato Carosello e Cinecittà è già Hollywood sul Tevere. I fotografi piantonano via Veneto e non si chiamano ancora paparazzi. Lei, Aichè Nanà, era una ballerina turca, specialista in danza del ventre, che ravvivò una serata già piuttosto mondana improvvisando un torrido strip tease (ma allora nessuno usava questa parola) durato 35 minuti. Eccitata dal rullo di tamburo di un’orchestrina locale, la Roman New Orleans Jazz Band, prima fece volare i sandali da sera, poi si tolse uno dopo l’altro tutti gli indumenti che aveva indosso, un attillato abito senza maniche, la sottoveste, le calze, il reggiseno, mentre cinque uomini stesero sul pavimento le loro giacche. Discinta ballò, ancheggiò, si sdraiò, si inarcò, e rimase “con indosso soltanto uno slip velato di merletto nero”, come annotarono i cronisti. [...] Lo scandalo fu enorme in una Roma bigotta e democristiana, ma già percorsa da quei fremiti che saranno benissimo raccontati, di lì a poco, da Federico Fellini nel film La dolce vita; una delle sequenze si ispira proprio a quello spogliarello. Arrivò la polizia e gli avventori furono denunciati. La ballerina venne processata per atti osceni in luogo pubblico e la Corte d’appello confermerà la condanna a due mesi di reclusione. C’è quella sera al ristorante Rugantino di Trastevere, dove oggi sorge un asettico McDonald’s, Anita Ekberg, che si scatena in un furioso cha-cha-cha a piedi nudi, e c’è Linda Christian, ci sono Eriprando Visconti, Luca Ronconi, Laura Betti, Peter Howard, Nicky Pignatelli e altri centoquaranta ospiti di riguardo a festeggiare i 25 anni della bionda contessina Olghina Di Robilant. Nessuno ha invitato Aichè Nanà, arrivata con il produttore Sergio Pastore, e neppure la pittrice Novella Parigini, imbucata dunque, quella che più aizzerà la ballerina turca (ma nelle biografie risulta nativa di Beirut) a spogliarsi, a danzare, a sdraiarsi flessuosa e a sensualmente ondeggiare fra il ritmico battimani dei presenti. “L’atmosfera era di grande trasgressione e di eccitamento collettivo - racconta [...] Enrico Lucherini, uno dei testimoni oculari - Ricordo che io ridevo come un pazzo e correvo da una parte all’altra. Era una festa molto elegante, eravamo tutti in smoking e cravatta nera e Olghina, la padrona di casa, era seccatissima per questo numero fuori programma di cui nulla sapeva. Alla fine fece irruzione la polizia e sequestrò a tutti i fotografi i loro rullini. Ma Tazio Secchiaroli, quello che più di ogni altro avrebbe immortalato la Dolce Vita, fece in tempo a consegnarmi i suoi negativi che io lasciai scivolare in tasca. Nessuno pensò a perquisirmi. Ci demmo appuntamento fuori, un paio d’ore più tardi, a notte fonda, davanti all’attiguo cinema Reale, e io gli consegnai il suo rullino. Lo scandalo nacque non tanto dal racconto dei presenti quanto dalla pubblicazione delle fotografie con le varie fasi dello spogliarello, ritenute estremamente pruriginose”. Dunque uno scandalo a scoppio ritardato. Lo scoop lo fece l’Espresso, a quei tempi formato lenzuolo, che con il suo reportage, ricordano i testimoni, indignò mezza Italia ma elettrizzò l’altra metà. Insorsero i moralisti e anche i semplici benpensanti. La settimana successiva Epoca stigmatizzò severamente: “Squallida la vicenda, squallidi i protagonisti: pittrici la cui reputazione è affidata più ai bikini che ai pennelli, nobili i cui nomi ricorrono con ragguardevole frequenza nelle cronache giudiziarie, attori di scarso talento e attrici di abbondanti proporzioni. Questi ricchi borghesi, questi principi in fondo fanno pena: i loro antenati si conquistarono un nome coi commerci o con le armi, mentre la loro notorietà si raccomanda attualmente - più che altro - ai registri dei commissariati. Sono - tutto sommato - i migliori amici di Togliatti”. Episodio arcaico ma dettato da meccanismi tuttora attuali, secondo quanto scrisse in quei giorni il rotocalco Oggi [...] “Il deplorevole scandalo del Rugantino può essere ricondotto alla triste mania di pubblicità che ha ormai pervaso tutti gli ambienti”. Titolo dell’articolo: La notte turca di Roma. La ballerina, che fece sapere di avere perso, causa scandalo, la firma di un contratto per un film con De Sica, fu espulsa dall’Italia d’autorità e il ristorante Rugantino venne chiuso a tempo indeterminato. Due anni e mezzo più tardi, alla vigilia del processo, Kiash Nanah, questo il suo vero nome, rivelerà: “Mi hanno drogato. Mi hanno fatto bere molto - Un whisky dietro l’altro - Mi ha invaso una sorta di euforica frenesia”. Nel marzo del ’60, quando La dolce vita era appena arrivata nelle sale, era andata in pellegrinaggio, foulard in testa e pelliccia di visone, al santuario della Madonna del Divino Amore, annunciando ai fotografi l’intenzione di convertirsi al cattolicesimo. La sua fioca filmografia include 14 titoli, tutti minori tranne I nuovi mostri: da Crisantemi per un branco di carogne a Prostitution a Porco mondo. Nel maggio 2008 ha annunciato che si preparava a chiedere 500 mila euro di danni ai produttori della fiction di Canale 5 Vita da paparazzo se non avessero tagliato la scena dello spogliarello» (Laura Laurenzi, “la Repubblica” 17/10/2008).