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 2008  ottobre 25 Sabato calendario

Caterina Murino La mia bellezza in cambio di un uomo decente «Quando sono nata ero un mostro. Non avevo neanche il naso: mi mancava la cartilagine

Caterina Murino La mia bellezza in cambio di un uomo decente «Quando sono nata ero un mostro. Non avevo neanche il naso: mi mancava la cartilagine. E la mamma per tre mesi faceva come le aveva detto il medico: per ”costruirmelo”, tirava e massaggiava come avessi la faccia di plastilina. Visti i risultati, mi sa che ha esagerato». Un intervento non così devastante, però: a 14 anni infatti Caterina Murino sfilava per le selezioni di Miss Italia. «Ma dai 5 ai 12 anni ero goffa e grassissima. Le sento ancora nelle orecchie le voci dei ragazzini che mi prendevano in giro, dandomi della cicciona. Tuttora faccio fatica a credere nella mia bellezza. E’ come se il corpo fosse cresciuto intorno a quella pallina nera che ero da bambina. Forse dovrei andare dallo psicoanalista. Prima o poi lo farò». A 31 anni, l’orgogliosa cagliaritana, la ”nuraghe al 101 per cento”, come si definisce, è stata Bond girl accanto a Daniel Craig in Casino Royale, ed è una delle protagoniste del prossimo Festival di Roma con Il giardino dell’Eden. Dire che non si vede bella, è un po’ uno schiaffo alla miseria, non crede? «Non ne posso più di sentirmelo dire, davvero. Sembra che poi tutto finisca lì. Meglio se mi dicono dove sbaglio, se mi criticano». Ma almeno sullo schermo, si piace? «Mai. Per Casino Royal ho pianto una notte intera e non volevo rilasciare nessuna intervista. Non mi vado mai bene. Sono tremenda, troppo critica, anche coi film degli altri». Ne salva qualcuna? «Mi fermo solo davanti a Cate Blanchett e Nicole Kidman». E gli uomini come li tratta? «Parliamo piuttosto di come loro trattano me. Ho collezionato così tanti squinternati negli ultimi tempi. Un periodaccio e infatti sono single. Il cervello del maschio è una scatola con dentro un lineare giardino all’inglese. Il nostro, invece è un labirinto complicato alla Kubrick: ma alla fine le più trasparenti siamo noi. I maschi sono incomprensibili, neppure loro si capiscono, hanno botole nascoste fra l’erbetta. Senza maniglia per aprirle». Scusi se insisto con la faccenda della bellezza: ma non è una gran bella arma per conquistare i maschi? «Lo speravo anch’io e invece non basta proprio per niente. Non me ne fanno passare una. Mi tradiscono, mi insultano, mi lasciano». Non ci posso credere. «E invece sì. Vorrei capire il perché. Sono pronta a regalare metà della mia bellezza a chi mi spiega come trovare (e tenere) un uomo. I miei fidanzati forse non mi hanno perdonato l’indipendenza, il carattere troppo forte, il fatto di guadagnare col mio lavoro». Insomma, lei sarebbe troppo poco fragile? «Ma io sono da proteggere. E quando mi innamoro mi trasformo in una geisha, docile, appassionata, dolcissima. Fragile, appunto. Voglio però una fusione totale, la condivisione delle cose della vita, devo raccontare, vivere e far vivere. Non posso stare in una relazione opaca. Chiedo troppo?». Scusi, non è che sbaglia uomini? «Probabile. Me lo dicono anche le mie amiche: ma Caterina, li vai a pescare tutti tu quelli pazzi! Potrei scriverci un libro e girarci un film, con questo bel catalogo dei fidanzati. Forse abbiamo esagerato nell’emanciparci». No, questo proprio no. «Ma certo che no, figurarsi se non è un bene. Ma la ricaduta nei rapporti di coppia è un po’ un disastro». Forse è solo troppo inflessibile. «Ma se ho perdonato anche le corna! Non cerco neppure di cambiarlo, un uomo. Lo accetto per come è, mi plasmo io su di lui. Ma non funziona. Ammetto di essere vendicativa e cattiva, di poter ferire con le parole. Però nessuno è perfetto». *** «Adoro la Sardegna. L’unico altro posto in cui posso vivere è Parigi. Infatti abito lì». (p.86) *** Ha seguito un corso di gemmologia a Parigi. ”Chissà che conoscere le energie che sprigionano le pietre non mi aiuti a capire meglio anche gli uomini”. (p.88)