Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  ottobre 16 Giovedì calendario

Mol Domenico

• Gioia Tauro (Reggio Calabria) 6 aprile 1962. ”Ndranghetista, a capo, insieme al fratello Girolamo, della cosca omonima confederata con i Piromalli (entrambi operanti in Gioia Tauro), e collegata con i Pesce e i Bellocco di Rosarno, e i Mancuso di Limbadi • Detto Mico • Detenuto dal 14 febbraio 1999, condannato a più ergastoli per associazione mafiosa e reati collegati (stupefacenti, estorsioni, omicidi) (Cass. 25 maggio 2002) • Fu condannato, tra l’altro, per tentata estorsione: si faceva dare 200 milioni di lire l’anno dalle società Cemel e Sietel, regolarmente minacciate o avvertite di attentati incendiari. Le società pagavano per non essere estromesse dalla gestione dei ripetitori Fininvest in Calabria. Dall’altra parte c’era Toni Boemi, titolare di Telespazio spa di Catanzaro, che a sua volta si era rivolto alla cosca Piromalli-Molè per conquistare il monopolio assoluto dei ripetitori. Finì che gli amministratori di Cemel e Sietel, Angelo Sorrenti e Rodolfo Biafiore, quando capirono di non poter pagare, spifferarono tutto ai carabinieri. I militi, nel febbraio 96, andarono all’incontro organizzato per la dazione della prima tranche travestiti da camerieri e arrestarono i due incaricati di prendere in consegna i soldi, Antonio Alagna e Giovanni Priolo. Quanto a Boemi, che sulla sua emittente aveva appoggiato la campagna elettorale di Forza Italia nel 94 (candidati Tiziana Maiolo e Vittorio Sgarbi), se la cavò, a differenza del nipote che lo aveva spalleggiato nelle trattative, Roberto Biafiore, finito invece in manette (era il coordinatore tecnico dell’Elettronica industriale presieduta da Adriano Galliani, presidente del Milan) (Mario Guarino) • Il 1° febbraio 2008 gli hanno ammazzato il fratello Rocco, reggente della cosca (vedi MOL Girolamo).