Giorgio Dell’Arti Massimo Parrini, Catalogo dei Viventi 2009, Marsilio 2008, 16 ottobre 2008
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Mol Domenico
• Gioia Tauro (Reggio Calabria) 6 aprile 1962. ”Ndranghetista, a capo, insieme al fratello Girolamo, della cosca omonima confederata con i Piromalli (entrambi operanti in Gioia Tauro), e collegata con i Pesce e i Bellocco di Rosarno, e i Mancuso di Limbadi • Detto Mico • Detenuto dal 14 febbraio 1999, condannato a più ergastoli per associazione mafiosa e reati collegati (stupefacenti, estorsioni, omicidi) (Cass. 25 maggio 2002) • Fu condannato, tra l’altro, per tentata estorsione: si faceva dare 200 milioni di lire l’anno dalle società Cemel e Sietel, regolarmente minacciate o avvertite di attentati incendiari. Le società pagavano per non essere estromesse dalla gestione dei ripetitori Fininvest in Calabria. Dall’altra parte c’era Toni Boemi, titolare di Telespazio spa di Catanzaro, che a sua volta si era rivolto alla cosca Piromalli-Molè per conquistare il monopolio assoluto dei ripetitori. Finì che gli amministratori di Cemel e Sietel, Angelo Sorrenti e Rodolfo Biafiore, quando capirono di non poter pagare, spifferarono tutto ai carabinieri. I militi, nel febbraio 96, andarono all’incontro organizzato per la dazione della prima tranche travestiti da camerieri e arrestarono i due incaricati di prendere in consegna i soldi, Antonio Alagna e Giovanni Priolo. Quanto a Boemi, che sulla sua emittente aveva appoggiato la campagna elettorale di Forza Italia nel 94 (candidati Tiziana Maiolo e Vittorio Sgarbi), se la cavò, a differenza del nipote che lo aveva spalleggiato nelle trattative, Roberto Biafiore, finito invece in manette (era il coordinatore tecnico dell’Elettronica industriale presieduta da Adriano Galliani, presidente del Milan) (Mario Guarino) • Il 1° febbraio 2008 gli hanno ammazzato il fratello Rocco, reggente della cosca (vedi MOL Girolamo).