Giorgio Dell’Arti Massimo Parrini, Catalogo dei Viventi 2009, Marsilio 2008, 16 ottobre 2008
MANZI
MANZI Chiara Quindici (Avellino) 7 marzo 1940. Camorrista, affiliata al clan Graziano (operante a Quindici, Sarno e nell’Agro nocerino sarnese), in lotta, a Quindici (Avellino), con il concorrente clan dei Cava • Sposata con Salvatore Luigi Graziano, boss storico del clan, due figli, Adriano (attuale capo, con lo zio Arturo), e Antonio. Per distinguerli dagli altri Graziano con lo stesso nome, i suoi figli sono noti col matronimico ”Chiarinelli” • Detenuta dal 26 maggio 2002 per la cosiddetta ”strage di Lauro” (vedi CAVA Biagio), condannata poi a dieci anni e otto mesi (a seguito di giudizio abbreviato), per concorso ”anomalo” nell’omicidio (cioè la Manzi, di fatto, ha contribuito all’omicidio, anzi, è stata «il vero regista di quest’assurda operazione criminale», per aver «incitato e consolidato la volontà omicida» delle ”chiarinelle”, ma lei, sempre secondo la Corte, non voleva l’omicidio) • Condannata a quattro anni dalla Corte d’Appello di Napoli (11 luglio 2007) nel quadro delle indagini sulle irregolarità negli appalti per la ricostruzione dopo la frana di Sarno (5 maggio 1988), in cui è coinvolto anche il sindaco di Quindici, Antonio Siniscalchi, a sua volta accusato e poi condannato per concorso esterno in associazione camorristica. stata assolto dall’accusa di concorso nel tentato omicidio di Giuseppe Pacia – uomo dei Cava -, avvenuto in Taurano il 3 luglio del 2000 nello stesso contesto criminale. [Paola Bellone]