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 2008  ottobre 16 Giovedì calendario

MALLARDO

MALLARDO Francesco Giugliano (Napoli) 1 aprile 1954. Camorrista, tra i fondatori, a metà degli anni Novanta, dell’Alleanza di Secondigliano (insieme a Gennaro Licciardi, detto ”a Scigna - defunto nel 94 - e Eduardo Contini, detto ”o Romano, vedi). Detenuto dal 2003, in attesa di giudizio per l’omicidio di Antonio Maisto, Pietro Granata e Raffaele Smarrazzo (11 aprile 1987), e per il sequestro di Gianluca Grimaldi (Napoli, 2 dicembre 1980: il Grimaldi, prima ceduto ad una famiglia calabrese, fu poi liberato il 13 agosto 1981 ad Altilia Grimaldi, provincia di Cosenza) • Detto Ciccio ”e Carlantonio• Compare nel primo rapporto dei carabinieri dell’aprile dell’82, con l’iniziale elenco di affiliati alla Nuova Famiglia (il cartello nato per contrastare la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo) • Alla fine della guerra contro i cutoliani crea un cartello con Gennaro Licciardi e Eduardo Contini (collegato al clan Alfieri), l’Alleanza di Secondigliano, che conquista la periferia orientale di Napoli. I tre diventano anche cognati sposando tre sorelle Aieta (la quarta va in sposa al luogotenente di Contini, Patrizio Bosti). Nel 92 il primo arresto, nella mansarda di una palazzina del Parco Nuovo Mondo, in via Campo Annone (doveva incontrarsi con Licciardi, che sarà arrestato dopo poche ore), e la reclusione al 41 bis. Nel 99 la prima evasione dall’ospedale di Giugliano, dove era ricoverato avendo subito un infarto nel carcere di massima sicurezza di Parma • Inserito tra i trenta più pericolosi ricercati dalla Direzione centrale della polizia criminale, dopo un anno di latitanza, il 14 aprile 2000, viene arrestato nel casolare di campagna di un incensurato, titolare di una trattoria, tra Qualiano e Giugliano, mentre è a tavola con altri 12 esponenti dell’Alleanza di Secondigliano (Ciccio ”e Carlantonio finge un attacco di cuore) • Ricoverato di nuovo in clinica (a Pinerolo, Torino) il 17 ottobre 2002, evade. L’ultimo arresto il 29 agosto 2003, di ritorno dalle vacanze, a bordo di una multipla in compagnia della moglie e delle tre figlie (di 29, 18 e 17 anni), sull’autostrada A30, la Salerno-Caserta. All’alt della polizia, nei pressi dell’uscita di Nola, Mallardo ha prima finto di obbedire, poi tentato la fuga, fermata dai militari che esplodendo alcuni colpi di pistola sono riusciti a colpire una gomma. A quel punto ha simulato un malore al cuore • Il 6 dicembre 2006 la Cassazione, su ricorso del Mallardo, dispone la sua scarcerazione per decorrenza dei termini di carcerazione cautelare. Non fa in tempo a uscire che la Direzione investigativa antimafia di Napoli gli notifica un decreto di fermo, con l’accusa del triplice omicidio di Antonio Maisto, Pietro Granata e Raffaele Smarrazzo, uccisi l’11 aprile del 1987 (in concorso col fratello Giuseppe – detenuto a Sulmona -, come mandanti, e alcuni esponenti dei casalesi, tra cui il capo Francesco e il fratello Walter, come organizzatori ed esecutori materiali). Secondo le dichiarazioni dei pentiti Carmine Schiavone, Pasquale Galasso, Giuseppe Pagano, Dario De Simone, Luigi Diana, Carmine Alfieri, Salvatore Speranza e Domenico Smarrazzo, in quella occasione i fratelli Mallardo raggiunsero un accordo coi casalesi tramite Francesco Bidognetti, e in cambio ruppero la tradizionale alleanza con i Nuvoletta di Marano. [Paola Bellone]