Giorgio Dell’Arti Massimo Parrini, Catalogo dei Viventi 2009, Marsilio 2009, 15 ottobre 2008
GUIDO Gianni
GUIDO Gianni Roma 1956. Uno dei tre fascisti che la notte del 30 settembre 1975 violentarono e massacrarono in una villa sul Circeo Rosaria Lopez (17 anni, morì) e Donatella Colasanti (20, si salvò fingendosi morta: è deceduta per malattia il 30 dicembre 2005). Gli altri due camerati erano Angelo Izzo (vedi) e Andrea Ghira (oggi deceduto). Per 36 ore seviziarono la Lopez e la Colasanti, poi affogarono la prima nella vasca da bagno e cercarono di finire la seconda a bastonate: «I due corpi vennero messi in altrettanti sacchi di plastica e caricati sulla 127 di Guido che la parcheggiò sotto casa per andare a cena: avrebbero finito il lavoro a stomaco pieno. Furono i gemiti di Donatella Colasanti, fintasi morta, ad attirare un metronotte. Per lo scempio e il delitto atroce, Izzo e Ghira latitanti furono condannati all’ergastolo, Gianni Guido a 30 anni» (Massimo Dell’Omo) • Protagonista di tre evasioni (da Latina, da San Gimignano e infine da Buenos Aires), avrebbe dovuto scontare in tutto 46 anni di reclusione. Ma poi – grazie ai benefici della legge Gozzini, allo sconto di tre anni ottenuto con l’indulto e soprattutto per la buona condotta, il suo pentimento e l’’assenza di pericolosità sociale” riscontrata dagli operatori – nel 2007 ottenne la semilibertà (usciva la mattina dal carcere di Civitavecchia per andare a lavorare nella cooperativa ”Fuori centro”), e dall’11 aprile 2008, quando fu affidato ai centri sociali, è tornato a vivere coi genitori, Raffaele e Maria, nella bella casa dai muri gialli del quartiere Trieste, circondata da un folta siepe di gelsomino. «Può andarsene in giro liberamente purché alle nove di sera faccia ritorno alla base. E se si sposta deve sempre sempre notificarlo alla Questura. Per esempio quest’estate, quando seguirà i suoi a Cortina... » (l’avvocato Giulio Gradilone a Fabrizio Caccia) • Nell’agosto 2009, scontata la pena, uscirà di galera. «L’ho pagata cara, ma è giusto. Gli errori si pagano. Questo il carcere mi ha insegnato. Così ho sciupato la mia giovinezza, gli anni migliori della mia vita» • Uomo schivo (non ha mai voluto incontrare i giornalisti) in cella si è laureato in Lingue e letterature straniere e ha preso un master in Economia • L’avvocato Giulio Gradilone dice «che Gianni è molto cambiato», è diventato sensibile, religiosissimo, generoso, «ancora oggi continua a spedire soldi ai bambini poveri di Panama », l’ultimo posto dove tentò di eclissarsi, nel 1991, prima di essere rintracciato dai poliziotti italiani tre anni più tardi.