Varie, 15 ottobre 2008
GAJA
GAJA Angelo Alba (Cuneo) 7 marzo 1940. Industriale • «[...] il re del Langhe Nebbiolo [...]» (Fabio Pozzo, ”La Stampa” 21/6/2009) • «[...] esponente di punta dei produttori piemontesi di vini di alta qualità: Barbaresco e Barolo, innanzitutto. Dal ’94, la famiglia Gaja (alla quarta generazione) possiede vigneti anche in Toscana dove produce il Brunello di Montalcino. E non solo [...]» (Marisa Fumagalli, ”Corriere della Sera” 23/8/2008) • « un critico della scena del vino italiana, favorevole all’introduzione di altre uve nel Brunello» (La rivista britannica ”Decanter”, «the world’s best wine magazine», inserendolo nel 2009 nella «poer list», lista di 50 nomi che comprendeva solo altri tre italiani, Piero Antinori, Daniele Cernilli ed Emilio Pedron) • «[...] figlio di quel Giovanni che iniziò a tracciare la strada a chi sarebbe diventato il re del Barbaresco. [...] sua nonna Clotilde Rey nacque al confine con la Francia per morire proprio nel 1961, quando Angelo comincia a lavorare in azienda per fare un percorso di marketing originale che porterà alle stelle l’azienda di famiglia [...] Nel 1964, poi, altra annata del secolo, Angelo fa un viaggio in Borgogna che lo segnerà. [...] anni fa un giornalista americano, Steinberg, riuscì persino a scrivere un libro intero su di una sua vigna, ”Sorì San Lorenzo”, cui Angelo destinò il cru di un Barbaresco divenuto celebre, insieme ai Sorì Tildin e al Costa Russì. E questo quando ancora non aveva modificato la denominazione dei suoi Barbaresco, il cui disciplinare di produzione, forse, gli andava stretto. Oggi quei ”cru” hanno la doc ”Langhe”, mentre il vino che porta il nome del suo paese è semplicemente Barbaresco. Fu una svolta [...] che solo ”Le Roi” poteva permettersi di fare senza intaccare la fama dei suoi vini. Ma chi è Angelo Gaja? Una persona apparentemente schiva, che ama la famiglia e la sua terra, legge tanti giornali e in casa non ha mai tenuto la televisione. abituato a tagliare corto. Ed è un genio [...] nel 1991, a San Francisco [...] la gente che lo fermava per strada; i suoi vini erano sulle carte dei migliori ristoranti e costavano almeno il doppio di un qualsiasi altro vino italiano, mentre lui aveva stretto alleanze con Francis Ford Coppola, la figlia di Walt Disney e altri produttori di vino della California, dello Champagne e di varie parti del mondo, per distruibire i loro vini. Questo gli ha permesso di produrre le sue 300 mila bottiglie tenendole sempre ad un livello di prezzo da prodotto mitico. Angelo Gaja è uno che non ti chiamerebbe mai per una critica, ma se scrivi tra le pieghe di un articolo che in un’osteria di Cavaglià la gente beve tranquillamente i suoi vini, vuole sapere per filo e per segno chi erano quelle persone. Oppure può capitare che una bottiglia sappia di tappo e lui che chiama, si informa, si inquieta, come quella volta che Sylvester Stallone ne scopri ben tre e fu il finimondo [...] cammina col piglio di un generale asburgico, ma dentro è solare e si nutre di rapporti autentici: come con Luigi Veronelli, con cui ebbe un rapporto dialettico, ma pieno di stima, tanto che uno dei sogni del principe della critica enologica fu un libro – mai scritto - sull’Angelo del Barbaresco. [...] se il vino di suo padre era il Barolo, che pure lui ha ricominciato a produrre (si chiama Sperss), il vino di Angelo è sicuramente [...] il Darmagi 1996, quel cabernet che porta il nome di ”dispiacere” (darmagi!) nome preso in prestito dal commento del vecchio Gaja quando seppe che Angelo aveva piantato in Langa viti esterofile. [...] Mentre c’è da giurarci: il vino che un giorno a modo loro faranno Gaia, Rossana e Giovanni, i suoi tre figli, sarà fuor d’ogni dubbio lui: il Barbaresco» (Paolo Massobrio, ”La Stampa” 6/3/2010).