Guglielmo Buccheri, La Stampa 15/10/2008, pagina 43, 15 ottobre 2008
La Stampa, mercoledì 15 ottobre Azioni che oscillano e quote che aprono una «terza via» al pallone stabile, carica di affetto e passione
La Stampa, mercoledì 15 ottobre Azioni che oscillano e quote che aprono una «terza via» al pallone stabile, carica di affetto e passione. Le prime sono quelle che hanno preso in ostaggio la settimana più nera delle Borse mondiali, un cammino in sali-scendi che ha scosso anche le fondamenta dell’impero del football britannico tanto da far vacillare lo stesso Roman Abramovich (il patron del Chelsea avrebbe visto ridursi di 15 miliardi il suo patrimonio). Le quote in questione, invece, raccontano di una prima volta italiana che fa già discutere perché il progetto è ambizioso, originale e, sopratutto, al punto di svolta. Diventare proprietario di un club professionistico di pallone investendo solo 60 euro a stagione? Si può fare, anzi, lo sta facendo una web community, da due settimane confluita nell’Associazione Sportiva Squadramia. Soci fondatori, consiglio direttivo, assemblea e, oggi, il battesimo in un albergo nel cuore di Roma: sulla lavagna dell’associazione sono fissate le tappe che dovranno portare i trentamila o più presidenti a scendere in campo acquistando un club di Prima o Seconda Divisione. Come? La prima fase è appena terminata con le adesioni (31 mila) via internet al progetto. «Migliaia di utenti ci hanno contattato relazionando con noi. In 2000 hanno già versato almeno una quota, un risultato incredibile se pensiamo che in pochi ci conoscono e che siamo nati da sole due settimane. C’è gente che ha aderito anche per quattro o cinque anni», racconta Mirco Marini, uno dei fondatori. La prima volta italiana appare strutturata in modo tale da offrire un riparo sicuro da turbolenze economiche di ogni tipo. Lo statuto su cui si fonda l’Associazione Squadramia è a dir poco rivoluzionario: c’è un consiglio direttivo, ma sarà l’Assemblea in seduta permanente a indicare la rotta che dovrà essere recepita dal governo del club. «Campagna acquisti, scelta dell’allenatore, obiettivi, tutto verrà deciso dai soci che avranno in mano la loro quota e il diritto di proporre idee che - spiega Mirco Marini - verranno sottoposte al voto democratico. Comunicheremo via internet, un canale sempre aperto come il conto corrente on-line in modo tale che ogni possessore di quote potrà conoscere in tempo reale il capitale del club». La rivoluzione è servita. La «terza via» assomiglia ad un azionariato popolare, ma con le quote al posto dei titoli azionari e l’utile da reinvestire nella società come prevede lo statuto. Squadramia è pronta a scendere sotto i riflettori, un intervento in tackle su usi e costumi del nostro pallone che, ancor prima del varo, ha già suscitato interesse e aperto trattative. L’obiettivo dei promotori è toccare una cifra intorno ai 500 mila euro di capitale, traguardo che aprirebbe le porte all’acquisizione di una squadra di Seconda Divisione (ex C2). «Siamo stati già contattati da quattro importanti realtà», fanno sapere dal quartier generale dell’Associazione Sportiva Squadramia. Radio mercato si spinge più avanti ed ecco spuntare i primi contatti: le proprietà di due squadre del centro, di una del sud (la Sicilia) e di una del nord Italia (gli indizi portano alla Pro Vercelli) hanno fatto i primi sondaggi per capire tempi e prospettive per un’eventuale cessione di quote alla web community diventata associazione. La «terza via» italiana è disegnata. Da fuori confine arriva la spinta più forte: 26 mila tifosi inglesi hanno acquistato un anno fa l’Ebbsfleet United, squadra di Quinta Divisione. Risultato? In bacheca è appena entrata la «F.A. Trophy» (la Coppa d’Inghilterra per dilettanti) vinta a giugno nella finale disputata a Wembley. Guglielmo Buccheri