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 2008  ottobre 15 Mercoledì calendario

FIORE

FIORE Antonio Segni (Roma) 1 agosto 1938. Pittore. Fino all’età della pensione si era occupato di problemi amministrativi presso alcune grandi aziende nazionali. Ma a metà della sua carriera costruita sui controlli di gestione, incontrò Sante Monachesi e venne folgorato sulla via dell’arte. Tutto era iniziato con l’ acquisto di alcune tele, per creare una collezione. Un giorno, verso la fine degli anni Settanta, un gallerista gli propose un quadro di Monachesi a prezzi vantaggiosissimi e Fiore disse che lo avrebbe acquistato solo se il maestro in persona gli avesse scritto una dedica sul retro. Fu così che la settimana successiva il gallerista accompagnò Fiore dall’artista, il quale volentieri stilò la dedica, ma soprattutto parlò a lungo dell’Agrà, la corrente che lui stesso aveva fondato e che rifletteva l’influenza della poetica futurista. Agrà prospettava un mondo senza peso, alla lettera ’senza gravità” (come suggerisce la prima lettera che va considerata un’alfa privativa). Un mondo limpido e trasparente, nel quale si può volare leggeri come astronauti che durante i voli spaziali si staccano dal peso gravitazionale. da questo concetto che nasce la pittura di Fiore, il quale si mise immediatamente a frequentare come apprendista lo studio di Monachesi e cominciò a creare disegni, collage e dipinti con arcobaleni, saette e punte fiammeggianti che, come le opere dei futuristi, evocano dinamismo, velocità, visioni cosmiche. Alla sua prima mostra, nel 1978, Fiore diventò Ufagrà, nome d’arte attribuitogli dallo stesso Monachesi, dove U sta per universo e F per Fiore. Col tempo Ufagrà si è inventato un linguaggio personalissimo, in cui prevale l’uso dei colori primari rosso-giallo-blu, che lui stende in modo piatto e uniforme con una tecnica che richiama quella dei fumetti • «In un lampo ho associato la sua pittura ai fumetti di Flash Gordon. Certi fiammeggianti gialli, che guizzano accanto agli azzurri e ai blu, mi riconducono ai riccioli della bionda fidanzata di Gordon, l’irriducibile nemico del malefico Ming negli spazi interplanetari, o meglio nei cieli dell’immaginazione» (Gino Agnese). [Lauretta Colonnelli]