Guido Santevecchi, Corriere della Sera15/10/2008, pagina 9, 15 ottobre 2008
Corriere della Sera, mercoledì 15 ottobre Londra. La frase più gentile nei loro confronti è «sono caduti sulle loro spade»
Corriere della Sera, mercoledì 15 ottobre Londra. La frase più gentile nei loro confronti è «sono caduti sulle loro spade». Non c’è un neanche un velo di simpatia nei commenti dei cronisti finanziari sulla fine professionale di quattro presidenti e amministratori delegati di Rbs e Hbos, le banche salvate dal governo britannico che è intervenuto con 37 miliardi di sterline, di fatto nazionalizzandole a tempo. Tra i «caduti » ci sono due Sir e un Lord (nobilitati per meriti sul campo degli affari, naturalmente). Le loro foto sono presentate sulle prime pagine in una sequenza che ricorda vagamente la gogna di una Banda dei Quattro. Il Times, che non è proprio un quotidiano socialista vecchio stampo, nell’inserto di società e cultura chiede se «Dobbiamo odiare i banchieri », riproduce un dipinto di Gesù che scaccia i mercanti dal Tempio e ricorda la definizione di Mark Twain: «Il banchiere è quello che ti presta l’ombrello quando splende il sole e te lo richiede un minuto dopo che ha cominciato a piovere». Il business editor della Bbc sentenzia che le banche del Regno sono di fronte all’«assoluta umiliazione». Eppure i quattro bankers che si sono dimessi (prima di essere licenziati) erano considerati poco meno che superuomini ancora l’anno scorso. L’amministratore delegato della Royal Bank of Scotland, Sir Fred Goodwin, era visto come un eroe nazionale in Scozia: il grande manager che in nove anni aveva trasformato una banca regionale nel quinto istituto finanziario del mondo. Goodwin, figlio di un elettricista di Glasgow, era salito al vertice costruendosi una fama di riorganizzatore e tagliatore di costi: non per niente lo chiamavano Fred the Shred, che fa rima e significa Fred il Taglio. Finché le cose sono andate bene il suo ufficio stampa era fiero di quel soprannome e sottolineava che piaceva anche al capo. Ieri una rubrica di gossip dalla City osservava che «era un po’ come se le pubbliche relazioni di Vlad l’Impalatore avessero mandato email in giro per dire che "Vlad impala davvero la gente"». Questo riassume il sentimento generale nei confronti del Ceo caduto. Poco importa ora che Goodwin, il presidente di Rbs Sir Tom McKillop, l’amministratore delegato di Hbos Andy Hornby e il presidente Lord Dennis Stevenson of Coddenham abbiano deciso di rinunciare alla buonuscita. Complessivamente il loro beau geste vale circa 3 milioni di sterline, ma tutti ricordano che in totale negli scorsi cinque anni i quattro avevano guadagnato 26 milioni e che in bonus di fine anno alcune migliaia di manager della City si erano distribuiti nel 2007 più di 8 miliardi. La Rbs da gennaio ha bruciato 32 miliardi di sterline, la Hbos oltre 20. Il beau geste dei quattro è una goccia nel mare di lacrime versato dagli azionisti. Spetterà ora al governo, che con il suo 60% di azioni di Rbs si trova con un enorme potere sull’alta finanza riformare il sistema. La sinistra laburista già lo preme: «Gordon Brown deve ripulire la City dall’avidità», scrive in un commento il Guardian. La Gran Bretagna deve odiare questi banchieri della City che non hanno saputo prevedere la sventura? Gordon Brown, emerso come il grande salvatore ora imitato sulle due sponde dell’Atlantico, ripete sempre che la crisi «è cominciata in America » (tanto per non inimicarsi la business community locale), ma subito dopo dice che la politica degli stipendi e dei bonus va rivista: «Non si deve più permettere di premiare le scelte dettate da irresponsabilità di breve termine, questo governo e questo Paese credono nella giusta ricompensa per il lavoro duro, non negli incentivi alle decisioni arrischiate e irresponsabili per le quali tutti abbiamo pagato». E ancora: «Dobbiamo assicurare integrità e che tutti i consiglieri di amministrazione abbiano la competenza e l’esperienza per gestire i rischi». Il primo ministro vuole creare «collegi di supervisori » per le 30 maggiori banche e vuole farlo entro Natale. Dicembre era il mese dei bonus, che sono stati soppressi per Rbs e Hbos parzialmente nazionalizzate e si prevede scenderanno del 58% per il resto dei servizi finanziari britannici (ma si tratterà sempre ancora di 3.6 miliardi di sterline). Il senso dello humour però non è morto in questa crisi: dietro il Royal Exchange nella City qualcuno ha affisso un cartello su un lampione. C’è scritto «In memoria dell’economia del boom». Tutto intorno bigliettini di condoglianze per ville, Porsche e Ferrari pignorate. Requiem per i bonus? Guido Santevecchi