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 2008  ottobre 14 Martedì calendario

ROMA – Quello che resta del «dottor Sottile» è un lapsus freudiano di Alemanno: «Ringrazio il presidente Amato

ROMA – Quello che resta del «dottor Sottile» è un lapsus freudiano di Alemanno: «Ringrazio il presidente Amato... Scusate volevo dire Marzano ». Le risate della sala, nella sede della «Commissione per il futuro di Roma Capitale» di viale Baccelli, dove nel 2000 c’era la sala situazioni del Giubileo, sciolgono la tensione. Giuliano Amato non c’è più, risucchiato dalla polemica tra centrodestra e centrosinistra, ma alla presentazione-bis di quella che era nata come la «commissione Attali alla romana » – oggi guidata da Antonio Marzano, presidente del Cnel – molte delle facce dei protagonisti sono le stesse di quanti avevano aderito a quel progetto. Nomi noti dell’imprenditoria, delle istituzioni e della politica, con una spruzzata di mondanità: il regista Pupi Avati, la stilista Laura Biagiotti, lo chef Heinz Beck. In tutto sono 53 (con Amato erano 44), gli uomini e le donne che – a titolo gratuito – avranno un compito preciso: elaborare, entro marzo, una relazione sul futuro di Roma. «E 30 di questi erano stati scelti dal mio predecessore: lavoreremo per amore della città su mobilità, parcheggi, edilizia sociale, rifiuti», ha detto Marzano. C’è Pierluigi Celli, direttore generale della Luiss; Innocenzo Cipolletta, presidente delle Ferrovie dello Stato; Aurelio Regina, presidente designato di Confindustria Roma; Luigi Abete, presidente della Bnl; Giancarlo Cremonesi, presidente dei costruttori di Roma; Giancarlo Elia Valori, presidente di Sviluppo Lazio; Andrea Mondello, presidente di Unioncamere. E poi gente della cosiddetta società civile: Pippo Marra dell’Adn Kronos, Roberto Della Rocca della comunità ebraica, Abdellah Redouane del centro islamico d’Italia, lo storico Franco Cardini, quattro sindacalisti. Ci sono anche le donne, rappresentate dall’imprenditrice Luisa Todini, da Marianna Li Calzi di Unicredit, dall’architetto Elisabetta Spitz, da Federica Guidi, presidente giovani imprenditori di Confindustria. A loro si aggiungono 19 collaboratori tecnico- istituzionali.  lo stesso Marzano, presentando il suo gruppo alla stampa, a fare l’appello: «Cipolletta, c’è?», dice il presidente. E Luigi Abete, seduto a fianco al presidente delle Fs, chiosa: «Cipolletta c’è sempre, quando serve...». Il clima è giocoso: «Chi mi sarebbe piaciuto avere? Giulio Cesare...», scherza Marzano all’uscita, dopo la foto di gruppo. Ed è Alemanno a chiudere il capitolo Amato: «Lui avrebbe attirato un’attenzione maggiore, e forse eccessiva, in chiave bipartisan. Ma Marzano è una scelta migliore, perché rappresenta l’attenzione alla società civile. Questa non è una commissione politica, dove maggioranza ed opposizione si incontrano. Ma un gruppo di lavoro indipendente, per elaborare progetti per Roma». E proprio «indipendenza» è la nuova parola d’ordine. «Alla città – dice ancora Alemanno – manca un piano strategico di sviluppo. La commissione Marzano lavorerà in maniera autonoma, altrimenti non servirebbe a nulla: a marzo ci presenterà una relazione, poi avvieremo il confronto con il Comune e le altre istituzioni che vorranno sentire. Il modello Roma di Veltroni? Non è questione di polemiche, ma a Torino c’è già il secondo piano di sviluppo. Altre amministrazioni, prima di noi, potevano fare altrettanto». Marzano ha salutato il suo predecessore con un gioco di parole: «Avrei amato averlo con noi». Ernesto Menicucci