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 2008  ottobre 13 Lunedì calendario

Manhattan, l’isola dei Paperoni in svendita. Cantieri fermi e crollo dei prezzi da Tribeca all’Upper East Side NEW YORK - Sulla 58° Strada, proprio dietro all’Hotel Plaza, in uno dei lotti di terreno più ambiti di Manhattan, i lavori sono fermi

Manhattan, l’isola dei Paperoni in svendita. Cantieri fermi e crollo dei prezzi da Tribeca all’Upper East Side NEW YORK - Sulla 58° Strada, proprio dietro all’Hotel Plaza, in uno dei lotti di terreno più ambiti di Manhattan, i lavori sono fermi. Niente operai nè gru, solo un cartello della società Extell con i numeri di emergenza da chiamare. In questa zona di Midtown i cantieri edili per costruire grattacieli di nuova generazione e condomini di lusso valgono miliardi di dollari, ma ora si tratta di valori solo sulla carta perché il terremoto finanziario sta cambiando volto all’isola al cuore di New York che somma la maggiore ricchezza pro-capite dell’intero pianeta. La Madison sfitta I sintomi della crisi sono ovunque, basta fare pochi passi, arrivare fino a Madison Avenue - la strada delle boutiques di lusso - e fra la 60° Strada e l’80° Strada ci si accorge che alcuni locali sono insolitamente sfitti, segno che anche i super-ricchi fanno meno acquisti. Sul lato opposto di Central Park, la residenziale Upper West Side vede i brokers immobiliari suggerire ai clienti di «aspettare febbraio per acquistare perché i prezzi della case andranno in picchiata» a causa del fatto che molti manager di Wall Street non potranno contare sui bonus milionari che finora tenevano alto il mercato. Prezzi di acquisto in calo, e di conseguenza affitti in crescita, anche nelle altre zone residenziali più ambite: Tribeca, Soho e l’esclusivo Upper East Side. Il bagno in comune Poco più a sud della 58° Strada, nell’area di Chelsea, a fare affari d’oro sono hotel che offrono «camere con il bagno in comune»: il costo si aggira sui 150 dollari al giorno ed è molto competitivo da queste parti, ma se il numero di clienti è in crescita è perché, come spiega il New York Times, questo è il momento della «città frugale» dove in molti cercano il modo di «vivere con 250 dollari al giorno, affitto incluso» girando in metro e mangiando di meno nei ristoranti. A cercare camere a costi bassi nelle metropoli degli hotel a cinque stelle non sono i turisti in visita alla Grande Mela ma gli ex dipendenti di società finanziarie, come Lehman Broters e Merrill Lynch, che hanno chiuso i battenti o sono state acquistate da nuovi padroni che per prima cosa hanno ridotto le retribuzioni, costringendo i loro ex dipendenti a trovare nuove sistemazioni decisamente più economiche. Ancora nessuno ha stimato il numero di neo-disoccupati ma dal quartier generale della polizia, sulla Federal Plaza nei pressi del City Hall, trapelano indiscrezioni sulla formazione di un’unità speciale di «suicide hunters» ovvero agenti il cui compito è di scongiurare il rischio di un’epidemia di suicidi. Veri o presunti, come nel caso di Samuel Israel III, manager di un hedge fund che ha simulato con la propria auto il lancio da un ponte sul fiume Hudson nel tentativo di lasciarsi alle spalle una montagna di debiti. Se i suicidi sono uno scenario da sventare, l’aumento delle rapine oramai è un dato di fatto. Più rapine I numeri crescono oltre l’East River, a Brooklyn, nei quartieri di Williamsburg e Greenpoint, mentre gli scontri a fuoco sono in aumento, nelle ore notture, in zone di Harlem oltre la 128° Strada che solo pochi mesi si pensavano recuperate, al punto da vivere un boom immobiliare ora tramontato. La microcriminalità è una conseguenza della chiusura di molti cantieri edili dove lavoravano operai in difficoltà nel pagarsi pasti e affitti: fra i maggiori progetti in panne vi sono una delle nuove torri di Ground Zero che il costruttore Larry Silverstein pensava di affittare ad una banca che non esiste più e alcuni palazzi per uffici che erano stati progettati per l’Atlantic Yard di Brooklyn. Le escort in crisi Fra i business a pagare lo scotto della minore liquidità di danaro c’è il mestiere più antico del mondo. Le agenzie di escort posizionate poco a nord di Wall Street per facilitare le visite dei manager si trovano nella necessità di abbassare i prezzi perché in pochi sono in grado di versare 1000 dollari per un’ora di sesso come faceva a cuor leggero l’ex governatore di New York, Eliot Spitzer. Le tariffe si sono assestate assai più in basso, sui 260 dollari a prestazione con l’alternativa di 160 dollari per 30 minuti offerta soprattutto da ragazze russe che hanno preso in affitto camere che non sono più in grado di pagarsi. A complicare il lavoro delle escort di professione c’è la concorrenza delle nuove colleghe: donne quarantenni come Shana, che ha raccontato al Dailynews di aver scelto di vendere sesso non sapendo cosa altro fare dopo essere stata licenziata in luglio da un’agenzia di viaggi che le garantiva uno stipendio annuo di 45 mila dollari.