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 2008  ottobre 14 Martedì calendario

Mike Bongiorno. "Silvio mi ha cambiato la vita ma adesso voterò per Obama" Retequattro lo celebra con uno speciale: "Sarebbe bello diventare senatore" "Barak può dare una svolta agli Usa

Mike Bongiorno. "Silvio mi ha cambiato la vita ma adesso voterò per Obama" Retequattro lo celebra con uno speciale: "Sarebbe bello diventare senatore" "Barak può dare una svolta agli Usa. Vedrete, Berlusconi troverà un accordo con Veltroni" ROMA - "Voto Barack Obama, figuriamoci, mi sono fatto anche portare dall’America da mio figlio la maglietta con la scritta ’I vote Obama’, perché solo Obama può cambiare le cose". Mike Bongiorno, a 84 anni, è una scoperta continua, l’energia di un trentenne, memoria di ferro. "Lo sa che ho sette vite come i gatti? Ho rischiato la fucilazione, di morire nel campo di concentramento. Eh, davvero ho visto la morte in faccia. Poi quella volta che giravo lo spot di una grappa sul Cervino e si è alzata la nebbia, l’elicottero che doveva venire a riprendermi mi aveva perso. Mi ha salvato la vita il pilota, che è risalito in vetta e mi ha fatto legare a una corda. Chissà, forse per questo mi piace il challenge, la sfida: mi piace vedere come ne esco". Tira su i pantaloni: "Mi sono fratturato la caviglia, il femore, qui mi hanno messo due chiodi, mi sono rotto tutti e due i gomiti, per una brutta caduta l’anca mi fa ancora male, pare si sia spostata un po’ avanti di qualche millimetro. Il medico mi ha detto: "Basta discese libere", così faccio sci di fondo con mia moglie Daniela". Nel camper allestito per lui agli studi Mediaset a Roma, il signor Mike, completo carta da zucchero, cravatta in tinta, come direbbe Fiorello "neanche un capello terremotato", beve un tè. Ha appena registrato la puntata di Vite straordinarie (a metà novembre su Retequattro), il programma condotto da Elena Guarnieri che gli rende omaggio. "Ma queste cose non si fanno per le persone che non ci sono più?", chiede in giro. l’omaggio a un "senatore" della tv che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, e non solo lui, vorrebbe "senatore a vita". Lo dice nel suo saluto, augurandosi che "il presidente Napolitano, considerando quello che Mike è stato nella storia italiana", gli conferisca il titolo. Mike ci terrebbe. "Sarebbe bello, so che era partita una richiesta, ma c’era un problema per la cittadinanza, ora sono cittadino italiano e americano, chissà...". Ma nel suo intervento Berlusconi spiega anche quanto fu importante Bongiorno alla Fininvest per gli investitori. "Fu uno dei fattori che resero possibile per la nascente tv di conquistare contratti pubblicitari con un crescendo più che geometrico: 12 miliardi il primo anno, 120 il secondo, 520 il terzo anno". Crescendo geometrico anche nelle entrate di Bongiorno: "Berlusconi ha cambiato la mia vita: ma lo sa quanto guadagnavo in Rai? 20 milioni, facevo le serate per arrotondare, Berlusconi me ne offrì 600. Gli chiesi: quanto devo lavorare? Un anno". Sospira: "Prima, quando non si occupava di politica, ci sentivamo, mi chiedeva consigli, ora lo sento poco, però mi chiama per il compleanno, se ne ricorda sempre. Spero di vederlo adesso che ha comprato la villa sul lago, è vicina alla mia". Anche con Walter Veltroni ha un buon rapporto. "Ma guardi che quei due troveranno un punto d’incontro, devono trovarlo per il bene del paese, che senso hanno oggi le divisioni, continuare a stare da una parte o dall’altra? Qui bisogna fare corpo unico per risolvere i problemi seri della gente, altro che storie. Ma ha visto in America come si sono uniti per risolvere la crisi finanziaria?". Lui voterà Obama. "Certo che voterò Obama. Io torno sempre a New York, l’America è un grande paese. Il fatto di essere cittadino americano mi ha salvato: nel campo di concentramento, fecero uno scambio di prigionieri, gli americani dissero: "C’è uno dei nostri". Non si dimenticano mai di te. Mi ricordo la traversata in nave, con i sommergibili che potevano silurarci. Solo quando ho visto all’orizzonte New York ho capito che ero libero". Gli portano due tramezzini "fatti apposta per lui". "La gente mi vuol bene, lo so. Anzi, lo dica che dovevo fare un nuovo quiz a ottobre ma non si fa più, è saltato, non per colpa mia. La verità è che la tv ha già dato quello che poteva dare, sta succedendo come per la radio che ora è in crisi. Ha ragione Fiorello, è tutto uguale io ormai vedo solo i tg, gli eventi sportivi e i documentari sulla natura. Con l’arrivo di Sky la gente sceglie. Ma li vede anche i quiz? Prima si preparavano; adesso vinci cifre incredibili rispondendo a certe domande, lasciamo perdere. Per non parlare delle ragazze, c’è stata la gara a chi si scopriva di più, adesso mi pare che si sono date una calmata". Con gli spot lei è sempre in tv, si è persino travestito da dj Mike. "Con Fiorello farei qualunque cosa. Ma lo sa che non abbiamo copione? C’inventiamo tutto noi, e ci divertiamo un sacco perché è un talento vero, è avanti rispetto agli altri. Mi vuole bene da quando faceva il Karaoke". Se la tv offre poco, il cinema lo appassiona, ha seguito le polemiche sul film di Spike Lee. "So quello che ha scritto Bocca. Certo che i partigiani sparavano e scappavano, che dovevano fare? Era una guerra. Chi ha vissuto quel periodo sa di cosa parlo, non vedo l’ora di andare a vedere il film. La strage di Sant’Anna di Stazzema è una vergogna per la storia del nostro paese, ma lo sa che se chiedi a un ragazzino non sa cos’è successo?". Vorrebbero fare una fiction ispirata alla sua vita, ma Mike per ora ha detto no. "Non c’è fretta. Magari tra qualche anno, qualcosa potrebbe ancora succedere. Ho avuto tanto, una bella famiglia. Adesso che i miei figli sono grandi con Daniela aspettiamo svegli che torni a casa il piccolo, Leonardo, ha diciannove anni e fa tardi la sera. Ma non è più come una volta, oggi se un figlio esce la sera ti preoccupi per quello che può succedere".  vero che Agnelli le telefonava ed era amico di Ferrari? "Sì, con Agnelli sciavamo insieme, mi onorava della sua amicizia. Solo che mi chiamava all’alba, io lavoravo la sera e la mattina dormivo. Così lo spiegai al maggiordomo. Ferrari vedeva i miei quiz, mi portò in fabbrica e mi convinse a comprare una Ferrarina. All’epoca la pagai 5 milioni: per la consegna a Maranello riunì gli operai e chiese a un meccanico di mettere mano al motore "perché Mike deve avere qualche cavallo in più". Quello aprì il cofano e armeggiò. Non ho mai capito se mi abbia preso in giro o se quell’auto fosse davvero più potente".