Luca Iezzi, la Repubblica 14/10/2008, 14 ottobre 2008
Il governo completa il pacchetto di misure a sostegno del mondo bancario con un secondo decreto, dopo quello approvato solo cinque giorni fa
Il governo completa il pacchetto di misure a sostegno del mondo bancario con un secondo decreto, dopo quello approvato solo cinque giorni fa. L´obiettivo delle norme approvate ieri è mettere soldi pubblici a diretta garanzia del patrimonio delle banche. Gli istituti potranno rivolgersi alla Banca d´Italia e al ministero del Tesoro e scegliere tra una serie di operazioni possibili il cui risultato sarà sempre lo stesso: trasformare i titoli nel proprio portafoglio in asset più liquidi e affidabili, vale dire denaro contante o Bot e Btp. L´effetto che si vuole ottenere è duplice: iniettare più liquidità (cioè più denaro) nella casse delle banche e al tempo stesso far ripartire il mercato dei prestiti interbancari. Infatti ora i vari gruppi non si prestano soldi tra di loro perché non sono sicuri dell´affidabilità dei concorrenti come debitori. Per aggirare la diffidenza si permette a chi presta denaro di non doversi preoccupare della salute della controparte perché i titoli saranno facilmente trasformabili in titoli di Stato, quindi incassabili anche se la banca debitrice fallisse. Sempre per rivitalizzare il mercato interbancario è stato ridotto da 1 milione a 500 mila euro il taglio minimo delle operazioni tra banche. Innanzitutto il ministero dell´Economia potrà scambiare "carta" difficile da piazzare sul mercato, cioè obbligazioni di un determinato gruppo bancario, con i più richiesti titoli di Stato che possono essere a loro volta facilmente trasformati in contati vendendoli ai risparmiatori, alle altre banche o alla Bce. Lo scambio non sarà gratuito e il Tesoro riceverà una commissione «sulla base delle prevalenti condizioni di mercato». Stesso discorso per l´estensione della garanzia pubblica su operazioni di prestito titoli stipulate dalle banche italiane con soggetti privati anche non bancari. L´altra strada per consentire il reperimento di fondi sul mercato prevede che le obbligazioni bancarie siano vendute direttamente agli investitori, ma saranno rese più appetibili perché lo Stato garantisce il rimborso delle somme prestate. Sotto questo ombrello ricadranno solo le nuove emissioni realizzate da oggi fino al 31 dicembre 2009 con scadenza massima di cinque anni. A questo si aggiunge l´intervento di Banca d´Italia che a sua volta potrà scambiare (swap) titoli di Stato in suo possesso con attività (vale a dire crediti, azioni, o obbligazioni di aziende) già nel portafoglio banche italiane fino a 40 miliardi di euro. Le operazioni sono rinnovabili, avranno durata di un mese e verranno remunerate da una commissione dell´1% su base annua. Tutti questi interventi servono a mantenere nella normalità sia la gestione quotidiana della liquidità all´interno delle banche sia il flusso di crediti verso privati e aziende. Per gli istituti che non riuscissero a farcela invece scatterebbero le norme del decreto della settimana scorsa i cui capisaldi sono la garanzia statale per i depositi clienti e l´entrata dello Stato come socio-controllore in caso di ricapitalizzazione. La sottoscrizione di aumenti di capitale tramite azioni privilegio da al Tesoro e Banca d´Italia il potere di veto sul piano di ristrutturazione della banca, se invece la situazione dovesse essere tanto grave da «mettere a repentaglio il sistema finanziario» nel sul complesso, il Tesoro ha già il potere di commissariare la banca a rischio fallimento. Luca Iezzi