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 2008  ottobre 12 Domenica calendario

Berry Sweeting ha 64 anni, è di Milwaukee in Wisconsin, e da tre anni era in pensione. «Anni d’oro», ricorda oggi

Berry Sweeting ha 64 anni, è di Milwaukee in Wisconsin, e da tre anni era in pensione. «Anni d’oro», ricorda oggi. Ma con la crisi che gli ha ristretto il portafoglio di titoli accumulati nel suo fondo previdenziale in una vita di versamenti, Berry ha dovuto tornare a lavorare. «Non mi piace, ma ho dovuto prima prendere un impiego part time, ed ora sono alla ricerca di un posto a tempo pieno, perchè sono indietro con tutte le spese e i soldi cash mi servono per sopravvivere». La gente si sfoga sui siti, come quello del Wall Street Journal aperto alle discussioni su «come riformereste il sistema pensionistico» tra pubblico e privato. «Ho messo soldi nella Social Security (l’Inps americana) per 40 anni, sono una baby boom e ora rischio di non prendere nulla quando mi ritiro. E per la crisi attuale ho perso un terzo del mio fondo pensione privato. Vuoi vedere che i miei figli, finita la scuola, dovranno mantenermi?», scrive Mary. Senza ironia, ma con tanta rabbia, è Lainey: «Penso che i truffatori (l’allusione è ai top manager), dovrebbero essere multati: i soldi dovrebbero andare a chi li ha persi nel proprio fondo pensione». La vicenda di Carl (non dà il cognome) è emblematica: «Nel 2005 io e mia moglie siamo andati in pensione, con 200mila dollari messi da parte. Avvertimmo il consulente del piano pensione che era tutto ciò che avevamo, e non volevamo rischiare. Acquistò azioni privilegiate Merrill Lynch, Countrywide, Lehman Brothers, Ing e per un anno è andata bene, con interessi del 6-7%. Partimmo per un viaggio sereni, ma al ritorno scoprimmo di aver perso 25mila dollari. Il consulente ci convinse che Merrill e Lehman erano ok, e restammo investitori: risultato, alla bancarotta di Lehman ci siamo trovati con la metà dei nostri risparmi per la pensione. E non li recupereremo più». I fondi pensione Usa hanno perso in 15 mesi duemila miliardi di dollari per il crollo di Wall Street, ha riferito giorni fa in parlamento Peter Orszag, capo dell’Ufficio del Budget del Congresso. Anche i dipendenti pubblici stanno pagando per il calo di Wall Street: secondo la Federal Reserve i fondi pensione del personale degli Stati e del governo federale hanno perso più di 300 miliardi nel giro di un anno. Del resto, tutti i gestori puntano largamente sulle azioni e, recentemente, anche su hedge funds e commodities. I piani previdenziali individuali negli Usa sono praticamente obbligatori, poiché la Social Security da un assegno che equivale appena al 30% della busta paga a fine carriera. Stan Mansfield di Tacoma, Stato di Washington, ha lavorato come muratore per 33 anni e sognava di smettere verso il 2010-2011: ora che il suo 401(k), dal nome del comma fiscale che indica i programmi personali di previdenza, ha perso circa il 35%, è rassegnato a continuare per chissà quanto tempo ancora a lavorare, dovendo badare per sé, e per la famiglia: «Sono pessimista sul rimbalzo di Borsa. Non credo ci sarà», si ripete sconsolato. Detroit, Michigan, è l’epicentro industriale di un terremoto che scuote la sicurezza della terza età americana: solo nei primi nove giorni di ottobre, senza contare i salassi precedenti, i titoli General Motors e Ford hanno perso il 50% e il 60%, che trasferiti nei fondi pensione interni significano un taglio di due miliardi di dollari nel patrimonio previdenziale dei 185mila lavoratori dell’auto. Nel mondo delle banche, è la Lehman Brothers il simbolo della disperazione: la filosofia aziendale spingeva i dipendenti a diventare soci, cioè ad immettere titoli della stessa Lehman nei piani 401(k), i portafogli fiscalmente agevolati nei quali ogni lavoratore è libero di inserire bond, quote di fondi e azioni, a suo piacimento ma all’interno di una gamma di opzioni proposte dal datore di lavoro. Chi ha seguito le raccomandazioni del capo fallito Richard Fuld, ha visto azzerare o quasi il suo capitale. «Ho perso il lavoro e la pensione in un week-end», ha detto sul marciapiede davanti alla sede di Midtown della banca, il lunedì del fallimento, un impiegato disperato. Stampa Articolo