Vladimiro Polchi, la Repubblica 12/10/2008, 12 ottobre 2008
ROMA - Dopo il permesso di soggiorno a punti arriva la tassa sull´immigrato. Ogni straniero dovrà infatti versare 200 euro per chiedere il rilascio e il rinnovo del permesso o avviare la pratica di cittadinanza
ROMA - Dopo il permesso di soggiorno a punti arriva la tassa sull´immigrato. Ogni straniero dovrà infatti versare 200 euro per chiedere il rilascio e il rinnovo del permesso o avviare la pratica di cittadinanza. La tassa va ad aggiungersi ai 70 euro di costi fissi già sborsati dai lavoratori extracomunitari. Il nuovo balzello è contenuto in due emendamenti leghisti al disegno di legge sulla sicurezza e servirà a finanziare un "fondo per la prevenzione dei flussi migratori" istituito presso la Farnesina. Non si ferma dunque l´offensiva del gruppo del Carroccio al Senato: prima il permesso a punti per punire gli immigrati che commettono infrazioni, poi la regolarizzazione delle ronde cittadine, quindi l´obbligo di referendum prima della costruzione di una moschea. Ora, il giro di vite sull´immigrazione si arricchisce di un nuovo tassello. Basta leggere due degli emendamenti presentati venerdì scorso dai leghisti in Senato. Primo, «le istanze o dichiarazioni di elezione, acquisto, riacquisto, rinuncia o concessione della cittadinanza sono soggette al pagamento di una tassa di importo pari a euro 200». Secondo, «la richiesta di rilascio e di rinnovo del permesso di soggiorno è sottoposta al pagamento di una tassa, il cui importo è fissato in 200 euro». La tassa si applica anche in caso di permesso di soggiorno per motivi familiari. A cosa serviranno questi soldi? Semplice, a finanziare «un fondo per la prevenzione dei flussi migratori, finalizzato a progetti di sviluppo locale nei Paesi, che hanno stipulato o intendono stipulare con lo Stato italiano accordi bilaterali». «Vogliamo semplicemente che chi arrivi nel nostro Paese ne rispetti le leggi e gli emendamenti presentati vanno in questa direzione. Le nostre proposte � spiega Lorenzo Bodega, vicepresidente dei senatori della Lega � stanno riscuotendo opinioni favorevoli tra i cittadini. Se prendiamo, per esempio, il permesso a punti, questo è un sistema che darà più sicurezza e più integrazione, facendo emergere solo quella immigrazione positiva e onesta che lavora, produce e si è integrata alla perfezione». Quanto alla nuova tassa sui permessi, il senatore del Carroccio sostiene che servirà ad «aiutare i Paesi poveri a casa loro, grazie ai 200 euro che ogni immigrato dovrà pagare al Fondo per la prevenzione dei flussi migratori. Questa � aggiunge � è solidarietà e vicinanza verso i popoli: aiutarli in casa loro, senza illusioni di El Dorado, che non esistono più. A maggior ragione da noi». Ma quale sarà l´effetto della nuova tassa sulle tasche degli immigrati? «Già oggi per richiedere il primo rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno il lavoratore straniero spende 70 euro tra spese postali, pagamento del bollo e costo del permesso elettronico � spiega l´avvocato Marco Paggi dell´Associazione di studi giuridici sull´immigrazione �. Simile la spesa per ottenere la cittadinanza, tra pagamento del bollo e costo dei certificati in Italia e in madrepatria». Ora si vorrebbe aggiungere una tassa ad hoc di 200 euro. «Una tassa sui poveri, che rischia di minacciare pericolosamente il tenore di vita dei migranti». Un esempio? «Basta pensare a quei nuclei familiari � risponde Paggi � i cui componenti hanno contratti di lavoro a tempo determinato e che devono rinnovare il permesso di soggiorno ogni sei mesi. In tal caso, la famiglia dovrebbe sborsare, tra tasse e costi fissi, 540 euro all´anno per ogni suo membro».