varie, 11 ottobre 2008
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Delbono Flavio
• Sabbioneta (Mantova) 17 settembre 1959. Economista. Politico (Pd). Già vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, nel 2009 fu eletto sindaco di Bologna. «Accusato nella migliore delle ipotesi di gravi leggerezze amministrative in favore di una signora a lui legata» (Michele Serra), il 25 gennaio 2010 annunciò le dimissioni. Il 18 febbraio 2011 patteggiò una condanna a 19 mesi e 10 giorni per peculato, truffa aggravata, intralcio alla giustizia e induzione a rilasciare false dichiarazioni. Oltre che per i viaggi con l’ex a spese della Regione ((21 mila euro), fu ritenuto responsabile di aver tentato di convincere la donna, sua accusatrice, a modificare la versione di fronte ai magistrati • «[...] un professore d’Università di ascendenza prodiana che [...] in politica [...] a Bologna ha fatto di tutto, l’assessore al Bilancio al Comune ma anche alla Regione [...] E dunque nel corso del tempo la sua patina di “espressione della società civile” [...]» (“La Stampa” 11/10/2008) • «[...] Nato [...] da Aldo, vigile urbano e sindacalista Cisl, e Luigia, ricamatrice, dopo il liceo Delbono si laurea alla facoltà di Economia e Commercio a Parma. Nel 1983 si trasferisce in via definitiva a Bologna e consegue il dottorato in Economia prima a Siena (1987) e poi a Oxford (1988), dove studia con il premio Nobel Amartya Sen, specializzandosi sui temi della povertà, della disuguaglianza, del funzionamento dei mercati e dell’impresa pubblica. Nel 1992, a 33 anni, diviene titolare della cattedra di Economia Politica all’Università di Bologna, avendo come riferimento Romano Prodi e Stefano Zamagni. Poi arriva la politica. Tra il 1995 e il 1999 ricopre l’incarico di assessore al Bilancio del Comune di Bologna, nella giunta guidata da Walter Vitali. Nel 2000 viene chiamato da Vasco Errani a reggere l’assessorato regionale alle Finanze e, dal 2003, assume anche la carica di vicepresidente» (A.BO., “l’Unità” 15/12/2008) • A giugno 2009, in vista del ballottaggio per eleggere il sindaco di Bologna, il rivale Alfredo Cazzola scovò una fidanzata sedotta, abbandonata, pronta a dire peste e corna di Delbono: «[...] Faccia a faccia [...] tra i duellanti a Radio Città del Capo. Cazzola, messo sulla graticola [...] per un vecchio patteggiamento per evasione fiscale, tira la bordata: “Sulla moralità di un amministratore credo che anche Delbono dovrà scusarsi...”. Gelo in studio. E ancora: “Intanto gli porgo i saluti della signora Cinzia, la sua ex compagna, che ha tantissimo da dire in merito alla moralità di Delbono quando lui ricopriva ruoli importanti in Regione e in Comune...”. Antefatto: la signora Cinzia, oltre che fidanzata per un certo periodo di Delbono, ha lavorato nella sua segreteria quando l’esponente pd era vice del governatore Errani e, prima ancora, assessore nella giunta Vitali. Passa qualche ora e, davanti alle telecamere di “È-tv”, l’affondo di Cazzola si fa più circostanziato: “Per quanto riguarda vita, viaggi e spese ci sono state condizioni che non attenevano ad un corretto utilizzo dei soldi pubblici”. Domanda del giornalista: intende dire che Delbono si è portato in giro la fidanzata a spese nostre? Risposta: “Sì, dico questo, la sua ex compagna è venuta nel mio ufficio e ha dichiarato con grande serenità che ha fatto questo, con tutto ciò che ne consegue”. C’è lavoro per i magistrati, tanto per cambiare. [...]» (Francesco Alberti, “Corriere della Sera” 16/6/2009) • Pochi giorni dopo la Procura della Repubblica aprì un fascicolo con le ipotesi di peculato e abuso d’ufficio: «“Io sono la vittima di questa situazione, la mia vita è sulla bocca di tutti e non credo che questo sia giusto...”. Cinzia Cracchi, la bionda segretaria che per quasi due anni ebbe una relazione sentimentale con Flavio Delbono, allora numero due della Regione, venendo anche candidata in consiglio comunale con i Riformisti per Bologna (gruppo collegato all’Asinello di Parisi e Prodi) [...] una figlia avuta da un matrimonio finito male, la signora dice di essersi trovata in questo tritacarne elettorale “a mia totale insaputa”, “mi ci hanno tirato in mezzo per fini che non voglio nemmeno sapere”. Di viaggi, auto blu e foresterie utilizzate assieme a Delbono “a spese della Regione”, come sostiene il candidato Cazzola nel suo atto d’accusa, lei non vuole parlare [...] Nega, però, “di aver mai parlato con Cazzola delle mie vicende private”. E soprattutto nega di aver in qualche modo contribuito a costruire questo castello di accuse contro Delbono: “Io non ho premeditato un bel niente! Sono soltanto infuriata [...] Era tutt’altro che clandestina la relazione tra Delbono e Cinzia. Si conoscono nel ’99 ai tempi dell’Asinello prodiano: lei è dipendente comunale, lui è già un nome emergente nelle file dei democratici. Cominciano a frequentarsi, il rapporto si inspessisce e quando Delbono si trasferisce in Regione, vice del governatore Vasco Errani, lei ne diventa la segretaria personale. Tutto fila liscio per qualche anno. Al punto che nel 2004 la Cracchi viene candidata per il consiglio comunale nel gruppo dei Riformisti per Bologna, del quale Delbono è il nome di maggior richiamo. Non viene eletta. Nel 2007, la coppia scoppia. Una separazione tormentata. Che lei, raccontano ora, fatica ad accettare. Cinzia viene trasferita ai terminali del Cup. Una situazione che la donna vive come un declassamento. Si confida con amici. Si lamenta con qualche politico. Le voci girano. Intanto Delbono si candida a sindaco. Parte il frullatore dei boatos. E Cinzia, l’ex fidanzata, diventa l’ultima arma di Cazzola nella partita per la successione a Cofferati» (F. Alb., “Corriere della Sera” 18/6/2009) • Dopo che il presidente dei gip del Tribunale di Bologna Giorgio Floridia aveva respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura in merito al fascicolo aperto in campagna elettorale (e che Delbono aveva ritirato la querela contro Cazzola), nel gennaio 2010 la Procura della Repubblica ordinò il sequestro di un bancomat che Delbono aveva dato alla Cracchi e con il quale la ex fidanzata avrebbe prelevato fino a mille euro al mese per 4 anni: «[...] Cinzia Cracchi [...] va alla guerra. Teneva nel cassetto, ben conservata, una carta bancomat che le aveva dato il sindaco quando ancora sindaco non era, quando i due giravano qua e là per il mondo e Delbono, vicepresidente della Regione Emilia Romagna — come ipotizza la Procura felsinea che indaga per peculato e abuso d’ufficio— pagava i conti d’albergo con la carta di credito della Regione. I due, innamorati, sono stati a New York e a Parigi, in Messico, Israele e Santo Domingo, a Londra e Pechino... Poi lui ha cambiato donna. Ora, quel bancomat Cinzia l’ha messo nelle mani della Digos di Bologna e per Flavio Delbono l’imbarazzo è schizzato alle stelle. Quella carta data in uso all’amica risulta intestata a un amico, tale Mirko Divani [...] uno che è nato operaio iscritto al Pci ed è andato in pensione come direttore generale di Farmacom, ditta specializzata in servizi online per le farmacie. [...] “Flavio voleva che glielo rendessi, questo bancomat oramai bloccato. Da quando ha saputo di essere indagato, come del resto indagata sono io, ci siamo incontrati diverse volte. [...] Mi ha promesso aiuto economico, mi ha promesso una consulenza in Comune, e siccome sa che ultimamente sono rimasta a piedi per due volte con la mia vecchia auto si è anche offerto di comperarmi una nuova automobile... ma lo ripeto, ho scelto la mia strada e non sono tornata indietro” [...] Vicenda strana, il “Cinzia-gate”. Passata da una scivolosa richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Bologna e respinta dal gip nel novembre scorso— come anticipato dal Corriere della Sera — a una inchiesta bis che viaggia a gonfie vele, anche attraverso le analisi di alcuni conti correnti. E non solo di quelli intestati alla Regione. C’è da capire anche perché mai Delbono abbia messo nelle mani della sua compagna una carta bancomat intestata a quello che lui definisce “un caro amico”. Cosa nasconde questo giro di denaro che passa sui conti di Farbanca, piccolo istituto di credito con sede legale in via Irnerio, nel cuore di Bologna, rivolto principalmente al mondo delle farmacie e della sanità e che fa parte del gruppo Banca popolare di Vicenza? E perché Delbono andava sempre in Bulgaria? Per il sindaco di Bologna è tutto semplice e legale, da scoprire non c’è nulla. [...]» (Biagio Marsiglia, “la Repubblica” 20/1/2010).