Massimo Spampani, Corriere della Sera 11/10/2008, 11 ottobre 2008
Nuovi sviluppi sulle potenzialità degli organismi geneticamente modificati emergono da una ricerca condotta su estese coltivazioni di cotone in Cina: possono funzionare da insetticidi
Nuovi sviluppi sulle potenzialità degli organismi geneticamente modificati emergono da una ricerca condotta su estese coltivazioni di cotone in Cina: possono funzionare da insetticidi. Si è visto che la presenza di piante Ogm può proteggere dai parassiti piante che non hanno subito alcuna modifica genetica, non solo dello stesso tipo, ma anche di altre specie se queste crescono nelle vicinanze. Nel corso degli ultimi 10 anni (cioè da quando è stata introdotta nel paese asiatico la varietà Ogm chiamata Bt-cotton, che si autoprotegge dagli attacchi devastanti del verme del cotone, un insetto che lo divora) a beneficiare dell’arrivo del nuovo organismo Ogm sono state molte altre colture tradizionali quali frumento, mais, soia, arachidi, ortaggi e lo stesso cotone non modificato geneticamente. Vale a dire che indirettamente, il Bt-cotton, fermando lo sviluppo degli insetti parassiti che lo infestavano, ne ha ridotto talmente il numero che anche le altre colture, attaccate dagli stessi insetti, sono risultate più protette. Una strategia che può avere molti sviluppi e che può ridurre drasticamente l’utilizzo di pesticidi e insetticidi. Il Bt-cotton agisce infatti per mezzo di una tossina (che produce grazie ai geni introdotti del Bacillus thuringiensis) in grado di avvelenare i parassiti. I ricercatori della Chinese Academy of Agricultural Sciences di Beijing, guidati da Kong-Ming Wu, hanno monitorato le province dove le coltivazioni di Bt-cotton occupano oltre 3 milioni di ettari, mentre quelle delle altre specie si estendono su 22 milioni di ettari. Fino all’introduzione in Cina del Bt-cotton (1997), gli attacchi del verme del cotone, uno dei peggiori parassiti in Asia, erano molto dannosi. Ogni 100 piante di cotone si contavano in media circa 900 uova del parassita. Questo numero con il procedere degli anni si è continuamente ridotto e ora tende allo zero. Parallelamente all’introduzione del Bt-cotton anche le larve sviluppate da quelle uova hanno subito una progressiva e drastica riduzione. L’insetto presenta quattro generazioni all’anno. La prima generazione si sviluppa prevalentemente sul frumento e poi deposita le sue uova sul cotone. E’ quindi alla seconda generazione che il Bt-cotton costituisce una trappola mortale per l’insetto. Il massimo della riduzione della popolazione del verme del cotone si è avuta tra il 2002 e oggi. Utilizzando analisi statistiche i ricercatori hanno appurato che questo effetto è correlato con la presenza del Bt-cotton e non con l’andamento della temperatura o delle precipitazioni. La cosa più interessante però è che di pari passo, dal 1997 al 2007, cadono a picco anche i numeri delle uova e delle larve presenti sul cotone non modificato e su frumento, soia, mais e altre coltivazioni tradizionali: effetto della decimazioni del parassita dovute al Bt-cotton. Il pericolo è che gli insetti manifestino resistenza alla tossina, ma secondo i ricercatori è scongiurato dal fatto che comunque i contadini cinesi coltivano vicino al cotone Ogm le altre specie, che servono da «rifugio » al parassita per garantire sempre insetti sensibili alla tossina. Kong Luen Heong, entomologo dell’Istituto internazionale per le ricerche sul riso di Los Banos nelle Filippine, avverte: «Se gli insetti si cibano solo di un singolo ospite, come fanno molti parassiti del riso, potrebbe non avere effetto». Massimo Spampani