Corriere della Sera 11/10/2008, 11 ottobre 2008
DAL NOSTRO INVIATO
SALTO DI QUIRRA – Volano silenziosi alti nel cielo. Non ci si accorge, sembrano uccelli qualsiasi, e invece i loro occhi spiano il suolo, di giorno e di notte. Ora lo scopo è combattere il terrorismo, i trafficanti d’armi, le invasioni illecite dei confini a terra o dal mare; domani sorvoleranno le nostre città per renderle più sicure. Queste tecnologie sofisticatissime nei materiali, nell’elettronica e nei computer le stanno collaudando nel poligono interforze in Sardegna i militari di 15 Paesi riuniti nell’operazione della Nato «Trial Imperial Hammer». E i piccoli aeroplani sono l’anello di una catena che coivolge anche caccia Tornado e Mirage, radar volanti Awacs, veicoli e uomini delle forze terrestri e navali; insomma, un variegato esercito di 1300 specialisti. «Tutti questi mezzi – spiega il colonnello Sandro Sampaoli dell’Aeronautica Militare, al comando dell’operazione – si muovono in diretto collegamento fra loro. Per la prima volta si è sperimentata una rete a banda larga e un protocollo di utilizzo noto come Link-16 attraverso i quali riusciamo a identificare persone e mezzi impegnati in azioni illegali, intervenendo quindi immediatamente per bloccarli utilizzando lo strumento più adeguato».
A coordinare l’insieme, un centro mobile sui cui computer compaiono tutti gli attori della scena dovunque si trovino e nel quale si smistano informazioni e immagini facendole arrivare a coloro che agiscono nelle diverse fasi: dalla ricognizione all’intervento a seconda delle necessità. Caccia ed elicotteri decollano dalla base di Decimomannu comandata dal colonnello Gustavo Cicconardi mentre i vari mezzi sono distribuiti nel poligono di Salto di Quirra dove tradizionalmente si sperimentano tecnologie avanzate della Difesa dell’Unione. Il luogo sotto la guida del generale Alessio Cecchetti, è storico perché qui, negli anni Cinquanta/Sessanta con il lancio dei razzi sonda, ha preso il via l’attività spaziale europea e italiana, grazie a Luigi Broglio, padre dei satelliti San Marco.
Nell’operazione, con simulazioni di trafficanti d’armi, neutralizzazione di ordigni esplosivi comandati via radio, annullamento dei segnali satellitari Gps, l’aspetto più sorprendente è legato ai due nuovi mini-velivoli Uav (unmanned aerial vehicle). Uno è l’americano Maveric da 60 mila dollari della società americana Prioria che può stare in una valigetta ventriquattrore, interamente in fibra di carbonio con ali avvolgenti. Il secondo, più grande, è lo Strix fabbricato dall’italiana Alpi Aviation (una confezione di tre costa 280 mila euro, inclusa stazione a terra). Entrambi hanno motori elettrici, sono invisibili ai radar, sono autonomi o possono essere pilotati da terra e navigano con i satelliti Gps di giorno e di notte a seconda degli apparati installati. I loro sensori inseguono gli obiettivi, elaborano i dati e li trasmettono inserendosi nella catena di informazione . Alla Trial Imperial Hammer hanno assistito rappresentanti dell’arma dei Carabinieri e del ministero dell’Interno. Il sistema funziona e l’applicazione civile nel controllo dell’ambiente e dei centri urbani in particolare è possibile.
Giovanni Caprara