Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  ottobre 11 Sabato calendario

ROMA - Berlusconi-show ieri sera fra turisti, passanti e commercianti a due passi da Campo de’ Fiori, una delle piazze della movida capitolina

ROMA - Berlusconi-show ieri sera fra turisti, passanti e commercianti a due passi da Campo de’ Fiori, una delle piazze della movida capitolina. Il premier, appena rientrato dal Consiglio dei ministri a Napoli, intorno alle 7 stava passeggiando con la scorta per via dei Giubbonari. E quando è passato davanti alla vecchia sezione storica del Pci che oggi ospita il Pd, non ha resistito alla tentazione. Fra lo stupore dei militanti si è fermato, sorridente. Ha salutato. Si è messo a leggere locandine e manifesti. Ha scambiato qualche battuta. «Vuole entrare?», gli hanno chiesto. E lui non se l’è fatto ripetere due volte. «Il paese è in ginocchio e lei continua a ridere», gli ha detto uno dei presenti, mentre il presidente del Consiglio salutava i presenti e si guardava intorno divertito. «La differenza fra noi è che voi siete sempre pessimisti e tristi. vero, siamo diversi », ha replicato Berlusconi. Ed è stato l’inizio dello sketch. «Lei dice che non vuole il dialogo con il Pd, ma viene qui da noi», ha scherzato un altro iscritto. Il premier ha dispensato battute e strette di mani a tutti. Ma Renato Vigalotti, tesoriere un po’ burbero e memoria storica della sezione, ha tirato indietro la mano. «Vedete che siamo diversi, voi non siete allegri », ha scherzato ancora il capo del governo. «Non la saluta perché è juventino», hanno detto gli altri militanti per giustificare il piccolo sgarbo. «Non gli ho dato la mano perché io sto all’opposizione e lui non mi è simpatico, non avevo piacere a dargli la mano», ha invece detto «Renatino». Il premier non se l’è presa, anzi uscendo ha salutato il «ribelle» con un grande sorriso e un vistoso cenno della mano, mentre altri militanti illustravano la targa della sezione: « dedicata a Guido Rattoppattore, era un giovane partigiano fucilato dai tedeschi a Forte Bravetta. Questo è il partito che ha cacciato i fascisti». Ma Berlusconi ha tirato dritto, senza replicare. Lo spettacolo è poi continuato fuori. Sulla strada. «Come vanno gli affari?», ha chiesto ai commercianti affacciati all’ingresso dei negozi. «Male, male », hanno replicato gli esercenti. «Tenete duro, sistemeremo tutto», è stato l’incoraggiamento del premier. «Ma presidente lei è preoccupato per i processi e le inchieste in corso?», ha chiesto un gioielliere al Berlusconi. «Io di tutte queste cose me ne frego, tanto sono tranquillo. Negli ultimi anni per ben 18 volte stato assolto», ha risposto. Berlusconi è stato poi fermato da alcuni calabresi in visita a Roma. «Non dimentichi la nostra regione, ci sono tanti problemi da risolvere», gli hanno detto. E lui: «Non dimentichiamo il sud, stiamo facendo tante cose importanti. E il Ponte sullo Stretto si farà, le gare per gli appalti già ci sono». Arrivato a largo Argentina, il premier è entrato in una tabaccheria. «Qui gli affari vanno malissimo», ha detto il titolare del negozio. «Abbia fede, il commercio si riprenderà, senz’altro si riprenderà. E la crisi finirà». La passeggiata si è conclusa in via del Plebiscito, sotto Palazzo Grazioli, residenza di Berlusconi. «Presidente, che mi consiglia acquisto azioni Eni?», ha chiesto un uomo di mezza età. «Sì, adesso è il momento di comprare», ha detto il leader del Pdl, prima di infilarsi nel portone. Paolo Foschi