E.Se., Corriere della Sera 11/10/2008, 11 ottobre 2008
Il signore che parlava per strada con il telefonino all’orecchio cambiò il paesaggio visivo degli anni ’90; ma si vedeva che aveva un cellulare in mano
Il signore che parlava per strada con il telefonino all’orecchio cambiò il paesaggio visivo degli anni ’90; ma si vedeva che aveva un cellulare in mano. Più avanti, con la diffusione degli auricolari, il signore sembrava parlasse da solo. Poi ci si fece l’abitudine e in molti adottarono la comoda stramberia che lasciava libere le mani e proteggeva il cervello dalle onde radio. Oggi il telefonino non viene usato solo per conversare ma sempre di più per trasmettere e ricevere dati: messaggini sms e mms, posta elettronica, videoclip, musica, giochi, suonerie. Nel nuovo paesaggio 2008 insomma il cellulare non viene solo «ascoltato» ma anche attentamente «osservato», con occhi talvolta strizzati, come un minuscolo tv color tascabile. Ma se la televisione mobile rappresenta ancora una scommessa (vedi l’articolo accanto), il traffico dati sta conoscendo un vero e proprio boom. A crearlo contribuiscono i super-telefonini concepiti per trasmettere dati (Blackberry, Smartphone), le datacard per collegarsi a Internet con il personal computer portatile, le Internet key e i modem 3G. La diffusione di questi strumenti in Italia, secondo NetConsulting, in un anno è aumentata del 132%. Per non parlare dell’altro fenomeno del momento, i cosiddetti netbook. I piccoli pc portatili a basso costo come Asus e Acer, per i quali la società di analisi prevede, sempre in Italia, una crescita dell’80% da qui al 2010. Forrester, a livello mondo, prevede addirittura 200 milioni di pezzi venduti entro il 2013, per un valore di 27 miliardi di dollari. Non vi basta? In Italia ogni mese cinque milioni di persone accedono alla posta elettronica dal proprio cellulare e circa un milione chatta dai telefoni mobili attraverso Live Messenger. «Negli ultimi due anni – dice Vincenzo Novari, amministratore delegato di 3 Italia – abbiamo incrementato di quasi 50 volte il traffico dati giornaliero. Nel giugno 2006 era di 0,15 terabyte al giorno (1 terabyte corrisponde a 1024 gigabyte, 1 gigabyte a 1024 megabyte, ndr), oggi è di 7 terabyte al giorno. Tra poco la trasmissione dati della clientela privata sarà tutta wireless, senza fili, come del resto già accade in Asia, mercato anticipatore per eccellenza». Chi possiede un personal computer portatile come minimo ha una datacard, ma sempre più spesso ne usa due. La nuova tendenza, che riguarda al momento circa il 10% dei clienti di 3 Italia, è quella di sostituire la connessione Adsl fissa con la connessione mobile. Un po’ come accadeva negli anni ’90, quando nella seconda casa si rimpiazzava il telefono fisso con il cellulare. «Non va dimenticato – aggiunge Novari – che i vari super-telefonini palmari, Blackberry e Smartphone generano un traffico dati doppio rispetto ai telefonini normali. Inoltre siamo probabilmente alla vigilia di un altro boom: quello dei mobile social network. Alcuni nuovi modelli nascono già con il tasto YouTube incorporato ». Per gli operatori telefonici mobili come Tim, Vodafone e Wind, questi sviluppi significano la speranza di compensare con nuove entrate gli incassi calanti da traffico vocale. Secondo una ricerca di ITMedia Consulting, i ricavi «non voce» in Europa passeranno dall’attuale 25% al 35% nel 2012. Ma già oggi rappresentano un valore economico importante. Rispetto al 2004 – anno in cui secondo NetConsulting in Italia valevano 2.570 milioni di euro – a fine 2008 ne varranno 4.845, quasi un raddoppio. Nello stesso periodo, i ricavi vocali scenderanno da 14.080 a 13.665 milioni di euro. «Ma lo sviluppo dei dati – dice Novari – non è tale da compensare il calo della telefonia tradizionale. Lo vediamo dalle vendite di ricariche, soprattutto nella fascia medio-bassa di pubblico che in questo momento tira la cinghia. Questo tipo di cliente spende in media 10 euro al mese e compra una ricarica ogni due mesi». Non a caso 3 Italia, la prima a puntare sul videofonino, ha messo in esubero 450 dipendenti, soprattutto dirigenti, amministrativi e venditori. Il passaggio dal «telefonino per chiacchierare» al telefonino-computer e al telefonino-televisore dovrebbe comunque allargare il mercato, portando nuovi protagonisti sulla scena. «La banda larga mobile – dice Augusto Preta, direttore di ITMedia Consulting – è la prospettiva di sviluppo più interessante dei prossimi anni. Non solo per gli operatori di telefonia ma anche per le aziende televisive come Rai, Mediaset, Sky e più in generale i fornitori di contenuti video e musicali». Due tipi di operatori che peraltro si trovano in posizioni molto diverse. Infatti mentre i telefonici non hanno niente da perdere, ma semmai tutto da guadagnare, i televisivi da un lato sono attratti dall’opportunità della televisione mobile ma dall’altro temono che possa recar danno al proprio business tradizionale. «Questo aspetto, collegato alla necessità di trovare un modello di business convincente – dice Preta – rappresenta il principale interrogativo da sciogliere, visto che non sono ancora chiare le strategie e la politica dei prezzi degli operatori telefonici». Nella fila dei nuovi protagonisti si trovano anche i big dell’informatica e di Internet come Microsoft, Apple e Google. «Non basta più un bel telefono o un ottimo servizio – dice Pietro Scott Jovane, amministratore delegato di Microsoft Italia – occorre offrire un’esperienza completa a chi vuole accedere ai propri contenuti digitali in modo semplice e per mezzo di diversi strumenti: il pc, lo smartphone, la tivù o la console per videogame. Il cellulare si trasforma da estensione mobile evoluta del pc in strumento semplificatore della vita quotidiana, utile anche per operazioni come il pagamento al distributore di benzina o l’ingresso in metrò». Dal punto di vista degli utenti, giudici di ultima istanza, lo sviluppo del traffico dati e l’ingresso di nuovi operatori sono evoluzioni positive. Soprattutto se la maggior concorrenza agli operatori telefonici dominanti avrà come risultato il miglioramento dei servizi e la riduzione dei prezzi. Ovvero ciò che in fin dei conti interessa di più. E.Se.