varie, 10 ottobre 2008
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Paris Renzo
• Celano (L’Aquila) 1944. Scrittore. Insegna Letteratura francese all’Università di Viterbo. «[...] ”[...] All’età di 13 anni [...] mi sono trasferito a Roma con la mia famiglia [...] L’odore di Roma lo scoprii per la prima volta mangiando il panino ”ciriola” con la porchetta, che mio padre già mi portava a Celano quando tornava da Roma [...] Ho letto molto da subito, comprandomi con i risparmi tutte le edizioni Bur” [...] Poi andò all’università. ”Sì, alla ”Sapienza’, alla Facoltà di Lettere. Seguivo i corsi di Linguistica di De Mauro e di Letteratura italiana moderna e contemporanea di Giacomo Debenedetti [...] all’Università ho incontrato Biancamaria Frabotta, che poi ho sposato. I miei compagni di università erano Giulio Ferroni, Franco Cordelli, Alfonso Berardinelli e Dario Bellezza [...] Leggevo moltissima critica, pochi romanzi e tanta poesia. Volevo fare lo scrittore, e per questo motivo incontrai Moravia [...] Gli spedii il mio primo romanzo, La stanza, senza mettere il mio indirizzo. Così dopo tre mesi gli telefonai e lui volle subito conoscermi, dicendomi che ”Nuovi Argomenti’ cercava autori giovani. Era il 1965. Attraverso di lui conobbi Siciliano, Pasolini, Elsa Morante e, più tardi, Sandro Penna [...] Andavo per mostre, vedevo molti film al cinema, e nella letteratura c’era la Neoavanguardia, di cui amavo soltanto Antonio Porta [...] Il Gruppo 63 si radicò a Roma attraverso Giuliani, Balestrini e Pagliarani [...] A me piacevano per la loro intelligenza e per il loro tentativo di svecchiamento del neorealismo più sdolcinato. Il Gruppo 63 era però inviso a Moravia e Pasolini, e per un certo periodo mi barcamenai faticosamente tra Pasolini e Balestrini [...] Io ero del gruppo del ”manifesto’, dove scrivevo di critica letteraria. L’ho fatto per otto anni [...] Insegnavo in una scuola media di Tolfa, in provincia di Roma. E abitavo a Largo Lucio Apuleio, alla Balduina, accanto alla casa di Alfredo Giuliani [...] Mi sono sposato due volte e ho due figli [...] Di Moravia mi ricordo il nocino che offriva il pomeriggio, sdraiato sul divano di casa sua, sul Lungotevere della Vittoria. Pasolini è una sedia Luigi XIV che trasportammo insieme un mese prima che morisse. Elsa Morante è la fioraia di via Ripetta, dove comprava fiori quasi tutte le mattine. Bellezza è i corridoi dell’Università dove non volle laurearsi. Amelia Rosselli è la sua Olivetti che bucava i fogli colorati [...] Ho conosciuto Bernardo Bertolucci, Laura Betti e Mario Monicelli. E i fratelli Taviani che, insieme a Nanni Moretti, volevano fare un film tratto da Cani sciolti. Una volta Sam Peckhinpah voleva fare un film sul mio romanzo Frecce avvelenate, ma io al telefono non lo riconobbi, e purtroppo non lo presi sul serio [...]”» (Andrea Di Consoli, ”Il Messaggero” 9/10/2008).