Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  ottobre 01 Mercoledì calendario

Nel 1945 a Lipari Edda Ciano conobbe Leonida Buongiorno, ufficiale durante la guerra nel Primo Battaglione Alpini «Ceva» e partigiano nella Resistenza in Francia sotto il falso nome di Paul Zanettì

Nel 1945 a Lipari Edda Ciano conobbe Leonida Buongiorno, ufficiale durante la guerra nel Primo Battaglione Alpini «Ceva» e partigiano nella Resistenza in Francia sotto il falso nome di Paul Zanettì. S’innamorò di lui, comunista, alto, scuro di carnagione. Gli scriveva lettere e bigliettini che faceva recapitare da persone fidate: «Mio caro amico e fidanzato», «caro e unico comunista», «caro Baiardo» (dal nome del cavallo del paladino Rinaldo). Lui le rispondeva più timido: «Gentile amica» o «Cara Contessa». «Caro amico, se i vostri impegni politici e i vostri svaghi della domenica ve ne daranno la possibilità, vorrete essere così cortese da venire a farmi una visitina? Sul tardi. Nel pomeriggio. Dio mi guardi dal monopolizzare il vostro tempo. Ma ho della malinconia. Del buon vecchio umor nero e desidererei udire delle storie fantastiche, tenere, allegre e buffe». La donna scriveva così, firmandosi con il soprannome che lui le aveva dato: «Ellenica». Leonida la raggiungeva e lei, le prime volte, si faceva trovare coricata, coperta appena dal velo della zanzariera. Di tanto in tanto andavano a fare un bagno nella spiaggia del Lazzaretto, fuori dal porto di Pignataro, o nella vicina isola di Vulcano. Lui le teneva l’asciugamano mentre si cambiava il costume. Pur continuando ad amarlo, Edda lasciò Lipari nell’estate del 1946. Appena giunta a Roma gli scrisse: «Spero che voi siate infelice e soffriate a causa di Ellenica. Mio carissimo e unico comunista, vi amo assai. Adoro le vostre effusioni in inglese». E qualche giorno dopo: «Adorabile allievo di sieur Palmiro: non trovate che nei confronti dell’amore la politica non ha alcun fascino?». E in una busta con allegata una poesia di Byron: «La tempesta dei vostri telegrammi è deliziosa». Per due volte Edda tornò a Lipari, finchè non scoprì che Leonida aveva sull’isola un’altra donna: si dissero addio. Tornata a casa, tagliò i capelli a zero e inviò le foto della sua testa pelata a Leonida, il quale preoccupato la raggiunse. Dopo d’allora solo una lettera, con cui lei smentiva il suo fidanzamento, di cui parlavano i giornali, a Capri con il conte Pietro Capuano, il gioielliere noto come Chanteclair, «o’ gallo francese». A quella lettera lui non rispose: si rividero dieci anni dopo, a Lipari, quando l’amore era ormai finito.